CURRICULUM VITAE di Francesco Bevere

Dirigente sanitario di ruolo presso il Ministero della salute

Titolo di studio e formazione

Laurea in Medicina e Chirurgia, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma

Abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo Università “La Sapienza” – Roma

Specializzazione in Igiene e Medicina preventiva con indirizzo “Igiene ed Organizzazione dei Servizi Ospedalieri” – Università degli Studi di Ancona

Diploma COR.GE.SAN (Corso di perfezionamento in Gestione Manageriale in Sanità) Università Luigi Bocconi – Milano

Corso di formazione per Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione- Roma

Esperienza professionale

1/02/2022 a tutt’oggi Direttore Generale dell’Istituto per la Sicurezza Sociale (I.S.S.) – RSM
(2021-2022) Dirigente Generale del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio epidemiologico -Regione Sicilia
(2020 – 2021) Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute, dei Servizi Sociali e Sociosanitari – Regione Calabria
(2014-2019) Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS)
(2010- 2014) Direttore Generale della Programmazione Sanitaria, dei livelli essenziali di assistenza e dei principi etici di sistema presso il Ministero della Salute
(2008-2010) Direttore Generale degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri – IFO – Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e l’Istituto Dermatologico San Gallicano – (entrambi IRCCS)-  Roma
(2007-2008) Direttore Generale della Fondazione Istituto Mediterraneo di Ematologia – I.M.E. Roma
(2003-2005) Direttore Generale  Azienda Ospedaliera San Giovanni – Addolorata – Roma
(2003) Direttore Sanitario Aziendale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea – Roma
(1994-2007) Direttore Sanitario/vice Direttore sanitario (di ruolo dal 1996) dell’Ospedale classificato Regina Apostolorum  –  Albano Laziale
(1992-1993) Vice Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera San Camillo di Roma
(1989-1996) Vice Direttore Sanitario di ruolo dell’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori Regina Elena di Roma – I.R.C.C.S
(1983-2003) Coordinatore Sanitario della Direzione tecnico-sanitaria – Ministero di Grazia e Giustizia – Casa Circondariale Femminile di Rebibbia  – Roma

 

È disponibile un approfondimento riguardo le  principali attività svolte durante le esperienze di direzione:

Sintesi delle principali attività di AGENAS 2014 – 2019 e Allegati

Sintesi delle attività svolte presso il Dipartimento tutela della salute e dei serv1izi sociali e socio-sanitari della regione Calabria dal luglio 2020 a marzo 2021

Sintesi delle attività svolte presso il Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico della Regione Siciliana – 2021

Relazione in merito alle attività svolte presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) della Repubblica di San Marino dal 1° febbraio 2022 al 9 marzo 2023 e Esito audizione in Commissione permanente Sanità del 9 marzo 2023

Principali incarichi ed attività

  • Conferimento dell’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica italiana” con Decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 2 giugno 2018 (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie Generale n. 182 del 7 agosto 2018).
  • Coordinatore dei lavori per la predisposizione del Patto per la salute 2014 – 2016, su designazione del Ministro della salute protempore.
  • Coordinatore dei lavori per la predisposizione dello Schema di Regolamento recante “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, in attuazione dell’articolo 1, comma 169 della legge 30.12.2004, n. 311″ e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135” (DM 70/2015) su designazione del Ministro della salute protempore.
  • Coordinatore del Gruppo di lavoro per il Ministero della salute, nell’ambito del Programma di revisione della spesa del Commissario Straordinario, su designazione del Ministro della salute protempore.
  • Componente del Gruppo di coordinamento generale del “Progetto Mattone Internazionale” su designazione del Ministro della salute protempore.
  • Componente della Cabina di Regia, istituita con Decreto del Ministro della salute del 28 novembre 2016, per la realizzazione del progetto interregionale “Portale della trasparenza dei servizi per la salute”.
  • Consigliere di Amministrazione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) su designazione del Ministro della Salute protempore.
  • Componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano su designazione del Ministro della Salute protempore.
  • Presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione dell’Azienda ULSS n. 9 – Treviso.
  • Responsabile delle attività del “Centro Regionale Siciliano Epidemie e Pandemie –CERSEP”, comprensivo di una Centrale operativa regionale, presso il CEFPAS di Caltanissetta, di cui al Decreto n.1447/2021 a firma dell’Assessore alla sanità della Regione Siciliana.
  • Componente della Commissione per la formazione dell’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore generale degli enti del servizio Sanitario Nazionale di cui al decreto legislativo 4 agosto 2016 n. 171, su designazione del Ministro della Salute protempore.
  • Presidente della Commissione Consultiva presso il Dipartimento salute e solidarietà sociale per l’attuazione del Piano per la salute e il Piano provinciale della prevenzione – Provincia Autonoma di Trento, su designazione del Presidente.
  • Incarico in qualità di esperto nella trasmissione RAI “TUTTA SALUTE”.
  • Membro del Comitato Scientifico del Corso di Perfezionamento in Health Policy – Università Cattolica del Sacro Cuore – Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS).
  • Presidente del Comitato Scientifico del Master DAOSAN – Università degli Studi di Salerno Dipartimento di Scienze Aziendali (Management & Innovation Systems).
  • Componente del Comitato tecnico scientifico di AssoKnowledge-FitaConfindustria.
  • Presidente del Comitato Scientifico della Sezione provinciale di Roma della LILT.
  • Coordinatore Macro Area comprendente le Regioni dell’ Emilia Romagna, della Toscana, dell’Umbria, del Lazio e delle Marche, in seno al comitato Regionale LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
  • Consulente del Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute nell’ambito della delega relativa al riordino della Sanità Penitenziaria in qualità di esperto in Management, Progettazione ed Organizzazione dei Servizi Sanitari.
  • Vice Presidente dell’ Associazione Italiana Contro il Cancro.
  • Componente dell’ ”Osservatorio Regionale per l’Appropriatezza” –Regione Lazio.
  • Consulente del Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa nell’ambito della delega relativa al riordino del Servizio Sanitario Militare in qualità di esperto in Management, Progettazione ed Organizzazione dei Servizi Sanitari.
  • Componente del Comitato tecnico-scientifico dell’ARPA Lazio.
  • Socio fondatore della SIMM – Società Italiana Medici Manager.
  • Componente del Consiglio Scientifico del Corso di perfezionamento in “Gestione della Qualità nell’Industria degli alimenti e delle bevande – Università degli studi di Roma “La Sapienza”.
  • Collaboratore di ricerca presso l’Istituto “Regina Elena” sul tema “Studio delle caratteristiche morfo – citologiche dei tumori della parotide”.
  • Consulente del Direttore responsabile delle testate “RAGIUSAN” – Rassegna Giuridica in Sanità e “MECOSAN”- Rivista di management ed economia sanitaria, in qualità di esperto di tematiche organizzative e gestionali del Servizio Sanitario Nazionale.
  • Direttore Scientifico della Rivista di management “DE SANITATE” qualità e sicurezza in sanità.
  • Direttore editoriale della rivista Monitor “Elementi di analisi e osservazione del sistema salute” – AGENAS.
  • Direttore editoriale di “Quaderni di Monitor”–AGENAS.

Ulteriori informazioni

Iscritto all’elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di Direttore generale delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri Enti del Servizio Sanitario Nazionale del Ministero della salute.

Iscritto all’Elenco Nazionale Organismi Indipendenti di Valutazione.

Attività didattiche

  • Professore invitato – corso di “Trasparenza ed etica organizzativa” – Facoltà di Filosofia I Biennio di Antropologia organizzativa presso la “Pontificia Università Antonianum” – AA 2020/2021
  • Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Ancona – Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – Applicazioni pratiche di programmazione ed organizzazione dei servizi ospedalieri (AA.AA. 1999- 2000 e 2000-2001).
  • Professore a contratto presso Università degli Studi di Ancona – Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – “Applicazioni pratiche di controllo di gestione dei servizi ospedalieri” (A.A. 2003-2004).
  • Professore a contratto presso Università degli Studi di Ancona – Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – “Sistemi di remunerazione delle prestazioni ospedaliere in Europa” (AA.AA. 2004- 2005, 2005-2006).
  • Professore a contratto presso Università degli Studi di Ancona – Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva “Tecniche di valutazione economica in sanità” (A.A. 2006-2007).
  • Professore a contratto presso Università degli Studi di Ancona – Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva “Applicazioni pratiche di modelli di sistemi sanitari” (A.A. 2007-2008).
  • Professore a contratto presso l’Università degli studi “La Sapienza” II Facoltà di Medicina e Chirurgia in “Economia applicata” (A.A.2003- 2004).
  • Visiting Professor presso l’Università “Vasile Goldis” di Arad, Romania.
  • Conferenziere presso Università degli Studi di Verona – Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva su Management e Organizzazione dei Servizi Sanitari (AA. AA. dal 2000-2001 e 2001- 2002).
  • Direttore del Corso di qualificazione per Medici dirigenti e Coordinatori dell’Area Sanitaria Management sanitario Ministero di Grazia e Giustizia – D.A.P. – Istituto Superiore di Studi Penitenziari (1998).
  • Docente presso l’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – 2° Facoltà di Medicina e Chirurgia del Corso di Laurea in infermieristica – “Economia aziendale” (A.A.2003-2004).
  • Docente presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – 2° Facoltà di Medicina e Chirurgia. Corso di laurea nelle professioni sanitarie in infermieristica. Incarico di insegnamento in “Igiene” (A.A. 2003-2004).
  • Docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nell’ambito del “Corso di alta formazione in economia e management dei servizi sanitari” sul tema “L’aziendalizzazione in sanità” (AA. AA. dal 2005 al 2019).
  • Docente presso la Luiss Business School – Seminario su: “Sistemi Sanitari”, nell’ambito di Executive Master in Healthcare and Pharmaceutical Administration. (A.A. Dicembre 2011).
  • Docente presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Corso di Alta Formazione in Economia e Management in Ospedale, nelle seguenti discipline: Il sistema sanitario in Italia: l’evoluzione del SSN in Italia; i livelli essenziali di assistenza; il finanziamento della sanità in Italia; l’aziendalizzazione in sanità, organizzazione e funzionamento degli Ospedali (AA.AA. dal 2005 al 2012).
  • Docente presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – 2° Facoltà di Medicina e Chirurgi Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche – Corso integrato: “Management sanitario e infermieristico insegnamento di “organizzazione aziendale” (A.A. 2003 – 2004).
  • Docente presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Sezione di Medicina Clinica e Sanità Pubblica – Corso di Alta Formazione in Economia e Management applicate all’alimentazione. I servizi di Ristorazione Ospedaliera: modalità organizzative e gestionali (A.A. 2002-2003).
  • Docente presso l’Università degli Studi di Ancona. Facoltà di Medicina e Chirurgia. Corso di perfezionamento in Organizzazione e gestione della qualità e sicurezza in campo alimentare: “Il ruolo del management nella gestione di un sistema qualità” (A.A. 1999-2000).
  • Docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”- Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Sezione di Igiene – Servizio Speciale di Organizzazione e Gestione Sanitaria – Corso di perfezionamento in Economia e Management Sanitario – sul tema “Evoluzione ed implicazioni pratiche del management in sanità” (A. A. dal 1999-2000).
  • Docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”- Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Sezione di Igiene – Servizio di Medicina clinica e Sanità Pubblica– Corso di perfezionamento in Epidemiologia Ospedaliera e Profilassi delle Infezioni Nosocomiali– sul tema “I servizi di diagnosi e cura: organizzazione, funzionamento e valutazione” (A.A. 2000-2001).
  • Docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”- Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Sezione di Igiene – Servizio Speciale di Organizzazione e Gestione Sanitaria – Corso di perfezionamento in Economia e Management Sanitario – sul tema “Esperienze applicative di management sanitario” (A.A. 2000- 2001).
  • Docente presso Università degli Studi di Ancona – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Corso di perfezionamento in organizzazione e gestione della qualità e sicurezza in campo alimentare sul tema “Il ruolo del Management nella gestione del sistema qualità” (AA. AA. dal 1999 al 2000).
  • Docente presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia – Corso di Perfezionamento in Epidemiologia Ospedaliera e Profilassi delle Infezioni Nosocomiali. “I servizi di diagnosi e cura: Organizzazione, funzionamento e valutazione” (A.A. 2001-2002).
  • Docente presso Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Facoltà di Medicina e Chirurgia – Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia. Disciplina: Igiene Generale (A.A. 2001–2002).
  • Docente presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”– Corso di perfezionamento in programmazione, organizzazione e gestione dei servizi sanitari – (AA. AA. dal 1991 al 1993).
  • Professore invitato – corso di “Leadership e gestione del personale: la persona e l’ambiente” – Facoltà di Filosofia – Biennio di “Antropologia organizzativa” presso la “Pontificia Università Antonianum” – AA 2023/2024

Esperienze dirigenziali:

REPUBBLICA DI SAN MARINO – ISTITUTO PER LA SICUREZZA SOCIALE (I.S.S.)

Periodo: dal 01/02/2022 a tutt’oggi
  Poteri, responsabilità e mansioni svolte:

l’ISS assicura e gestisce un complesso sistema pubblico che eroga una gamma di prestazioni molto vasta e eterogenea, che va da quelle sanitarie (ospedaliere, territoriali, assistenza farmaceutica) a quelle socio-sanitarie e previdenziali (prestazioni economiche in caso di malattia dei lavoratori, assegni familiari, pensioni di anzianità e prestazioni vitalizie).

Il Direttore Generale ha la legale rappresentanza dell’Istituto ed esercita tutti i poteri di gestione salvo gli atti e le competenze per legge affidati al Comitato Esecutivo.

Convoca e presiede il Comitato Esecutivo.

Esercita la funzione di capo del personale dell’I.S.S..

Il Direttore Generale propone al Congresso di Stato, per la decisione, la nomina del Direttore Amministrativo e del Direttore delle Attività Sanitarie e Socio Sanitarie. È tenuto ad intervenire con voto consultivo alle sedute della Consulta e del Consiglio.

Per ogni approfondimento si riporta in allegato la sintesi delle attività complessivamente svolte al mese di marzo 2023 (all.1).

REGIONE SICILIANA – DIPARTIMENTO ATTIVITA’ SANITARIE E OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO – DASOE

  • Periodo: dal 01/9/2021 al 31/01/2022
    Poteri, responsabilità e mansioni svolte:

il Dirigente generale del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio epidemiologico, esercita le funzioni di cui all’art.7 della LR 15 maggio 2020, n.10, connesse all’espletamento delle attività istituzionali di competenza del Dipartimento, nonché ogni altra funzione connessa all’attività di gestione disciplinata da norme, regolamenti e da atti di programmazione regionale, nazionale e comunitari vigenti. In particolare al Dirigente del Dipartimento spettano tutte le funzioni di gestione complessiva dello stesso, nonché la rappresentanza generale; il Dirigente generale, nell’ambito dei compiti e dei poteri di cui all’art.7 della LR citata, è responsabile del raggiungimento degli obiettivi operativi, che discendono dall’attuazione delle normative connesse all’espletamento dei compiti istituzionali del Dipartimento, nonché di quelli assegnati annualmente, previa sua proposta e condivisione, con le “direttive generali per l’azione amministrativa e la gestione” definite coerentemente con le priorità politiche e gli obiettivi strategici settoriali ed intersettoriali individuati con le direttive presidenziali formulate ai sensi dell’art.2bis della LR n.10/2000 e successive modifiche e integrazioni.

Attività, obiettivi e risultati raggiunti:

Controllo di gestione, trasparenza e anticorruzione
Controllo interno di Gestione. Obblighi derivanti dall’applicazione L.R. 5/2011 “Disposizioni per la trasparenza la semplificazione l’efficienza l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione e l’agevolazione delle iniziative economiche. Disposizioni per il contrasto alla corruzione ed alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Obblighi derivanti dall’applicazione Legge n. 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione”.

Controlli di primo livello per le azioni di competenza del corrispondente Centro di Responsabilità per il PO FESR 2014-2020, il PO FESR Sicilia 2007-13, per FSC e per il PAC. Verifiche amministrative, sul posto e attività di competenza connesse alla chiusura dei Programmi Operativi. Verifiche ed ispezioni di 1° livello sia a carattere sanitario che tecnico-amministrativo, in ordine alle attività espletate dalle Aziende ed Enti sanitari sottoposti a vigilanza dell’Assessorato Regionale della Salute, e relativa pianificazione annuale. Attività di vigilanza straordinaria emergente presso le Strutture dell’Assessorato.

Attuazione dell’Intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 rep. n. 259/CSR e dell’Intesa Stato Regioni del 19 febbraio 2015 rep. n. 32/CSR. Revisione e aggiornamento dei requisiti per l’autorizzazione e per l’accreditamento, generali e specifici di settore, in rapporto alla evoluzione normativa e alle innovazioni tecnologiche ed organizzative in ambito sanitario e sociosanitario. Definizione dei nuovi requisiti, generali e specifici di settore, per l’autorizzazione e l’accreditamento in rapporto all’evoluzione normativa e alle innovazioni tecnologiche ed organizzative in ambito sanitario e sociosanitario. Definizione dell’organizzazione interna dell’OTA. Definizione delle procedure per lo svolgimento delle verifiche sulle strutture sanitarie e sociosanitarie. Organizzazione e realizzazione delle verifiche per l’accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, della Regione Siciliana. Definizione delle modalità di selezione dei valutatori e reclutamento dei valutatori e definizione delle modalità di formazione. Organizzazione e realizzazione dei corsi di formazione per valutatori. Costituzione ed aggiornamento dell’elenco regionale dei valutatori per l’accreditamento. Controllo sulle attività svolte dalle Aziende sanitarie in materia di accreditamento.

Organizzazione, Formazione e Gestione del personale del Dipartimento. Attività di raccordo e coordinamento deirapporti con la Conferenza Unificata e la Conferenza Stato Regioni, con le altre Regioni, con gli organi istituzionali e gli altri dipartimenti e con gli enti e gli organismi operanti nel settore sanitario per le materie di competenza. Coordinamento in materia di Bilancio della Regione Siciliana relativamente ai capitoli di spesa afferenti al Dipartimento. D.lgs 118/2011. Sicurezza sul Lavoro D.Lgs. n. 81/2009 e s.m.i..

Prevenzione secondaria, malattie professionali e sicurezza nei luoghi di lavoro

Coordinamento e promozione di tutte le attività inerenti il settore degli screening oncologici e di popolazione incluse negli atti di programmazione sanitaria nazionale e regionale. Coordinamento e valutazione degli screening neonatali. Monitoraggio e conferimento dei dati degli screening al datawarehouse nazionale. Coordinamento delle attività di sorveglianza sanitaria dei medici competenti. Promozione di programmi di attività su Stress Lavoro Correlato, Reach, Amianto per esposizione lavorativo.

Con D.A. n.1438 del 23 dicembre 2021 è stato approvato il Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025, pubblicato al seguente link:

https://www.regione.sicilia.it/sites/default/files/202202/Assessorato%20Salute%20Regione%20Siciliana%20%20Piano%20Regionale%20Prevenzione%202020-2025.pdf

che costituisce parte integrante del medesimo decreto. Il Decreto Assessoriale è, altresì, integrato da un ulteriore allegato descrittivo delle azioni a supporto dei Programmi Predefiniti e dei Programmi Liberi.

Il Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025, principale strumento di programmazione degli interventi di prevenzione e promozione della salute, attua la vision, i principi e la struttura del Piano Nazionale della Prevenzione sancito dall’intesa Stato-Regioni e Province Autonome del 06 Agosto 2020 . Sulla scorta del Profilo di Salute della popolazione siciliana, definisce la programmazione regionale ponendo il cittadino al centro degli interventi, accompagnandolo in tutte le fasi della vita e in setting appropriati, con la finalità di conseguire il più elevato livello di salute. Il presente Piano è caratterizzato da programmi regionali, integrati e trasversali, supportati da azioni basate su evidenza di efficacia e buone prassi con i quali si intende perseguire una pianificazione regionale organica, omogenea e sostenibile. Affronta, in maniera analitica, i meccanismi generatori di iniquità di salute attraverso il Profilo di Equità della Regione Siciliana (raccolta di informazioni sullo stato di salute, utilizzo dei servizi sociosanitari determinanti socioeconomici e sociodemografici ), mettendo a regime strumenti di Health Equity Audit per orientare gli interventi di prevenzione in termini di equità alle fasce vulnerabili di popolazione. Di particolare rilievo è l’intersettorialità e la multi professionalità che caratterizza l’attuale programmazione attraverso cui, settori diversi, che entrano in gioco nei molteplici fattori che influenzano la salute (politici, sociali, culturali, ambientali, lavorativi, di genere) definiscono e condividono strategie e obiettivi d’intervento su comuni determinanti di salute (Salute in tutte le Politiche). La progettazione partecipata intersettoriale avviata per lo sviluppo dei 6 Macro Obiettivi fissati dal Ministero, formalizzata con Accordi, Protocolli d’intesa e/o Documenti d’indirizzo, punta al consolidamento di una “politica di alleanze” tra Amministrazioni Locali, Istituzioni, Enti, Associazioni, contribuendo inoltre al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. In particolare, si è provveduto a: • Integrare tematiche ambientali con quelle relative alla promozione della salute (One Health) per restituire la dignità alle persone e al contempo preservare la natura e l’ambiente. • Sviluppare sinergie interdipartimentali, sia a livello centrale che territoriale, per l’attuazione dei Percorsi di Prevenzione Terapeutici Assistenziali Integrati al Piano della Cronicità ( Percorso obesità in età adolescenziale, Percorso Salute Orale, Percorso Malattie Croniche Non trasmissibili, Percorso Alzheimer ) • Rafforzare e adeguare la raccolta e l’analisi dei dati dei sistemi informativi e di sorveglianza per realizzare il Sistema di Sorveglianza Regionale Integrato relativo ad incidenti domestici e stradali derivante dai flussi informativi esistenti all’interno del S.S.N. ( Emergenza Urgenza – Flussi EMUR , Flussi ricoveri – SDO, Registro Nominativo Cause Morte –ReNCaM ). • Predisporre la formazione congiunta per operatori sanitari ed operatori del mondo non sanitario al fine di creare linguaggi comuni e competenze nuove: counseling, health literacy, urban health… Malattie Croniche Non Trasmissibili, Dipendenze, Incidenti Domestici e Stradali, Infortuni e Incidenti sul Lavoro, Malattie Professionali, Ambiente -Clima e Salute, e Malattie Infettive Prioritarie sono le aree dei macro obiettivi che la Regione Siciliana svilupperà nel prossimo quinquennio, per il cui raggiungimento sono stati realizzati 10 Programmi Predefiniti e 4 Programmi Liberi, frutto di un lavoro realizzato da gruppi di lavoro intersettoriali e multi professionali che hanno lavorato e continueranno a lavorare in sinergia per il raggiungimenti degli obiettivi del Piano.

La strutturazione fortemente innovativa del nuovo Piano Regionale della Prevenzione 2020 – 2025, così come da indicazioni del PNP, dà un forte ruolo di centralità alle attività di prevenzione riconoscendo la salute come risultato dell’interazione armonica e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente. Ciò è determinato dallo sviluppo di strategie regionali trasversali a tutti i Macro Obiettivi che si concretizzano in azioni da attuare omogeneamente su tutto il territorio regionale. La nuova programmazione si basa sull’adozione di un sistema strutturato integrato in termini di rete coordinata, atto a migliorare e consolidare la “ Governance “ del Piano Regionale della Prevenzione facendone una vera azione di sistema rispondente all’obiettivo di accountability della prevenzione, ulteriore conquista da parte dell’Assessorato Regionale della Salute della Regione Siciliana ma anche del Dipartimento ASOE e dell’ Ufficio preposto. Il modello organizzativo dell’attuale programmazione infatti, consente di favorire azioni di coordinamento fra Regione, ASP e Stakeholders, necessarie sia al monitoraggio che alla valutazione, a sostegno della realizzazione dei programmi regionali attraverso adeguata formazione degli operatori sanitari e non sanitari ed interventi di comunicazione a supporto delle attività degli operatori, del cittadino. Il tutto prelude anche ad un forte cambiamento tecnico ed organizzativo del territorio, che nonostante le energie profuse nell’attuale contesto emergenziale legato alla pandemia Covid 19 e il depauperamento del personale in servizio, sarà impegnato a supportare, a livello locale, il nuovo PRP e i relativi Programmi Predefiniti e Liberi attraverso la loro esperienza e professionalità. Un forte ruolo inoltre, è svolto dal “ Cittadino/a” chiamato a partecipare attivamente agli interventi finalizzati alla riduzione o rimozione dei fattori di rischio predisponenti la malattia, attraverso l’adesione ai percorsi di prevenzione terapeutici assistenziali integrati predisposti nella programmazione regionale rivolti a diversi target e in setting specifici, riguardanti la prevenzione delle malattie croniche ed in particolare la prevenzione dell’obesità nei bambini ed in età adolescenziale; prevenzione dei disturbi del cavo orale; dei disturbi del comportamento alimentare in età adolescenziale, della prevenzione delle malattie croniche ( malattie respiratorie, cardiovascolari, diabete, Alzheimer) in una fascia di età compresa tra i 18 e i 69 anni, e quant’altro. L’attivazione e/o il potenziamento dei Percorsi di Prevenzione Terapeutici Assistenziali Integrati , rappresenta un ‘altro punto di forza del piano delineando il territorio come luogo della costruzione della salute del “cittadino/a”.

Formazione

Formazione e aggiornamento del personale sanitario e amministrativo. Realizzazione programmi formativi. Rapporti formativi con il C.E.F.P.A.S. Coordinamento attività formativa specifica in medicina generale. Osservatorio interregionale fabbisogni formativi. Coordinamento attività di formazione dei medici specialisti e gestione dei contratti aggiuntivi regionali. Pianificazione e valutazione attività di formazione manageriale. Organizzazione del sistema regionale di educazione continua in medicina (ECM). Coordinamento attività di formazione del personale delle divisioni malattie infettive e del personale sanitario non medico. Attività di riqualificazione formativa. Pianificazione e gestione del sistema di accreditamento degli enti formatori della Regione siciliana per gli adempimenti previsti dal D.lgs n. 81/2008. Gestione del sistema informativo regionale per la prevenzione sui luoghi di lavoro, gestione dei fabbisogni informativi e formativi. Gestione rete referenti formativi aziendali. Analisi dei fabbisogni. Gestione banca dati formativi. Gestione banca dati personale aziendale formato. Predisposizione atti e gestione concorso formazione specifica in medicina generale. Pianificazione formazione. Gestione banca dati regionale manager formati. Gestione Commissione Regionale ECM. Gestione banca dati personale non medico presenti nelle aziende del S.S.R. Definizione delle linee guida delle attività di formazione. Formazione del personale addetto alla movimentazione dell’amianto. Formazione degli operatori addetti al tatuaggio e al piercing (D.A. del 31 luglio 2003 “Linee guida in materia di tatuaggi e piercing”).

Progetti, ricerca, innovazione, internalizzazione

Promozione, elaborazione, coordinamento e monitoraggio dei programmi di intervento intersettoriali di assistenza tecnica nel settore sanitario. Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione nel settore salute. Supporto e attività connesse alla partecipazione delle aziende e strutture sanitarie regionali a programmi e bandi nazionali, europei e internazionali di di ricerca e innovazione nel settore salute Attività e compiti correlati alla Strategia Regionale dell’Innovazione per la Specializzazione Intelligente per il periodo 2014-2020 – RlS3 Sicilia, di cui alla deliberazione di Giunta Regionale n. 18 del 18-02-2015 con particolare riferimento all’attuazione del tavolo tematico “Scienze della vita”. Partecipazione ai bandi del Ministero della Salute sulla ricerca finalizzata. Adempimenti e attuazione della L.R. n. 7/2014 – Commissione regionale per la ricerca sanitaria e Programma triennale della ricerca sanitaria. Promozione dell’Internazionalizzazione e della cooperazione internazionale nel settore salute P.A.C. (Piani di Azione e Coesione – Fondi Comunitari). Promozione della telemedicina. Tecnica sanitaria.

Igiene pubblica e rischi ambientali

Sorveglianza e coordinamento igiene ambientale. Profilassi e sorveglianza delle malattie infettive e diffusive (DM 15 Dicembre 1990). Coordinamento interventi a tutela della salute pubblica. Sistemi di sorveglianza dedicati. Reti medici sentinella. Predisposizione di Piani per Emergenze Infettive. Vaccini. Campagne informative vaccinali, monitoraggio coperture vaccinali ed anagrafi vaccinali. Acque di balneazione. Stabilimenti termali e termalismo terapeutico, rilascio autorizzazioni. Medicina Sociale ed umanitaria e dei Migranti. Attuazione legge 10/2014 in ambito sanitario. Gestione correlate all’attuazione del Piano di Prevenzione. Sorveglianza igiene ambientale. Acque di balneazione, caratterizzazione delle coste. Monitoraggio proliferazione algale e controllo dei soggetti esposti. Stabilimenti termali e termalismo terapeutico, rilascio autorizzazioni. Controlli periodici della proliferazione della legionella nella acque termali. Monitoraggio dei requisiti minimi per l’esercizio dell’attività termale. Attuazione L.R. n. 10/2014 in ambito sanitario a supporto del Servizio regionale Amianto. Interventi a tutela della salute pubblica.

Promozione della salute

Progettazione e realizzazione dei Piani di prevenzione. Supporto all’Assessorato in materia di sviluppo di campagne di promozione della salute a supporto del Piano regionale della prevenzione (prevenzione tabagismo, corrette abitudini dei consumi alimentari, promozione corretta alimentazione, ecc.). Sorveglianza nutrizionale. Prevenzione delle malattie cronico-degenerative correlate all’alimentazione. Intolleranze alimentari compresa la celiachia. Progetti di prevenzione dal consumo di bevande alcoliche. Progetti di promozione della mobilità e delle attività fisiche. Partecipazione a programmi di prevenzione nazionali e comunitari. Programmi di prevenzione e contrasto alla ludopatia e alle nuove dipendenze. Coordinamento del Piano Regionale di Prevenzione. Medicina dello sport. D.M. 82 del 9 aprile 2009, art.12, comma 3 “Approvazione preventiva per la fornitura gratuita di attrezzature sanitarie”.

Centro regionale sangue e trasfusionale

Coordinamento Centro Regionale Sangue di cui all’articolo 6, comma 1, lettera c) e all’articolo 11 della Legge 219/2005 e all’Accordo Stato Regioni del 13 ottobre 2011, con funzioni in materia di: Supporto alla programmazione regionale; Coordinamento della rete trasfusionale regionale; Attività di monitoraggio; Sistema informativo regionale delle attività trasfusionali; Attività di emovigilanza; Gestione per la qualità; Attività di monitoraggio e verifica dell’utilizzo appropriato degli emocomponenti e dei farmaci plasma derivati; Attività di gestione del plasma da avviare alla lavorazione industriale per la produzione di farmaci plasma derivati; Autorizzazione e accreditamento dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta a gestione associativa. Biobanche.

Coordinamento della rete regionale della Talassemia e delle emoglobinopatie. Adeguamento normativo in materia di trapianto di organi solidi e di tessuti. Concessione e rinnovo delle autorizzazioni ai Centri trapianto di organi solidi e di tessuti. Monitoraggio dell’attività di procurement regionale degli organi e dei tessuti in collaborazione con il Centro Regionale trapianti. Promozione della raccolta degli organi solidi e dei tessuti in ambito regionale.

Sicurezza alimentare

Igiene della produzione, trasformazione, conservazione, commercializzazione e trasporto degli alimenti ivi comprese le bevande. Acque destinate al consumo umano e minerali. Stabilimenti di produzione e commercializzazione degli alimenti. Controlli ufficiali di cui al Regolamento CE n. 882/2004 e modalità di finanziamento. Controlli e sorveglianza sulla presenza di residui, di farmaci e dei contaminanti nella catena alimentare. Sistema rapido di allerta e rete di emergenza nel settore degli alimenti e dei mangimi: coordinamento e gestione degli interventi. Elaborazione e gestione dei piani per il controllo ufficiale compreso il Piano Nazionale Residui. Sorveglianza nella commercializzazione e nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Vigilanza e coordinamento degli Ispettorati Micologici delle AA.SS.PP. Vigilanza tecnica sull’Istituto Zooprofilattico Sicilia per gli aspetti di competenza. Gestione dei flussi informativi e analisi dei relativi fattori di rischio. Gestione delle correlate linee di attività del piano di prevenzione.

Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e non animale e delle bevande. Gestione del sistema degli stabilimenti che trattano alimenti di origine animale e non animale e dei relativi profili autorizzatori. Acque minerali e acque destinate al consumo umano. Controllo e sorveglianza sulla presenza di residui di farmaci e contaminanti ambientali negli alimenti di origine animale (Piano Nazionale Residui). Formazione del personale addetto alla manipolazione degli alimenti. Laboratori di analisi per l’autocontrollo delle imprese alimentari. Elaborazione, gestione del piano regionale integrato dei controlli e degli interventi di sorveglianza sulla commercializzazione, sull’utilizzo dei fitosanitari e controllo dei relativi residui negli alimenti Gestione del sistema rapido di allerta e della rete di emergenza nel settore degli alimenti e dei mangimi. Interventi nutrizionali, ristorazione collettiva e assistenziale.

Qualità, governo clinico e centro regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente

Coordinamento delle attività volte a migliorare l’appropriatezza nelle strutture del SSR. Sviluppo delle politiche di Governo clinico nel SSR. Valutazione, anche attraverso la progettazione e sviluppo di metodi dedicati, dei servizi, delle prestazioni e dell’attività sanitaria. Centro regionale per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente. Coordinamento attività per l’implementazione delle Raccomandazioni e delle buone pratiche per la sicurezza dei pazienti. Coordinamento regionale delle attività per l’umanizzazione e la valorizzazione dell’attenzione per l’utente. Coordinamento delle attività regionali per i Controlli analitici delle cartelle cliniche per l’appropriatezza dei ricoveri. Monitoraggio ed analisi degli eventi avversi. Coordinamento delle Attività di auditing clinico per la qualità e sicurezza delle cure. Carta dei servizi. Coinvolgimento dei pazienti. Misurazione della qualità percepita nelle strutture del SSR. Funzione regionale Health Technology Assessment (HTA). Monitoraggio tempi di attesa ecoordinamento delle attività per l’attuazione del Piano Nazionale per il Governo delle liste di attesa nel SSR. Elaborazione di Linee guida e Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali da implementare nelle strutture del SSR.

Definizione di criteri di appropriatezza nei percorsi diagnostici e terapeutici Elaborazione del Piano annuale dei Controlli analitici delle cartelle cliniche per l’appropriatezza dei ricoveri (PACA) Coordinamento delle attività di auditing clinico nelle strutture del SSR nell’ambito del Programma Nazionale Esiti (PNE). Attività per l’umanizzazione e la valorizzazione dell’attenzione per l’utente nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali. coordinamento gruppi di lavoro per la realizzazione di documenti di indirizzo regionale per l’implementazione di PDTA nelle strutture ospedaliere e territoriali del SSR.

Sorveglianza ed epidemiologia valutativa

Stato di salute e analisi dei bisogni e delle priorità di intervento a livello regionale. Stima del carico di malattia e analisi della domanda. Valutazione degli esiti. Registri di mortalità, patologia e base dati assistiti. Coordinamento rete registri tumori. Sorveglianza sugli indicatori di salute e sui determinati. Osservatorio epidemiologico delle dipendenze. Adempimenti art. 18 LR 6/81. Coordinamento adempimenti L.R. n. 10/2014. Amianto: monitoraggio casi di mesoteliomi. Tenuta registri. Coordinamento delle attività di prevenzione di rischio ambientale nelle aree industriale (SIN). Gestione delle correlate linee di attività del Piano di Prevenzione. Epidemiologia occupazionale. Comitato regionale di Bioetica (Co.Re.B.). Registro regionale di talassemia e mesoteliomi. Sorveglianza sulle malformazioni congenite. Registro nazionale AIDS e sorveglianza HIV.

Epidemiologia fattori di rischio modificabili (sovrappeso e obesità, alimentazione, sedentarietà, fumo, alcool). Coordinamento regionale sistemi di sorveglianza. Coordinamento Osservatorio epidemiologico regionale delle dipendenze. Attività connesse al Piano di Prevenzione. Comitato regionale di Bioetica.

Sanità veterinaria

Polizia veterinaria, profilassi generale e la lotta alle malattie contagiose degli animali. Eradicazione, sorveglianza e controllo delle malattie infettive degli animali che provocano emergenze epidemiche. Malattie esotiche. Unità regionale di crisi per le emergenze veterinarie: coordinamento e gestione degli interventi nelle emergenze veterinarie e epidemiche. Piani di selezione genetica. Eradicazione sorveglianza e controllo delle malattie pianificate. Anagrafe della popolazione animale. Scambi intracomunitari ed importexport di animali vivi, di embrioni, di materiale seminale ed ogni altro prodotto di derivazione animale ad eccezione di prodotti alimentari. Strutture veterinarie. Vigilanza tecnica sull’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. Controllo e sorveglianza sulla produzione e distribuzione di alimenti per animali, stabilimenti di produzione e commercializzazione di mangimi. Stabilimenti che utilizzano sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano, controllo e sorveglianza sulla produzione e trasformazione. Farmaco Veterinaria: allerta, farmaco-sorveglianza e farmaco-vigilanza, stabilimenti di vendita Sperimentazione animale.. Impianti di acquacoltura. Igiene e Biosicurezza negli allevamenti. Benessere animale. Igiene urbana veterinaria e benessere degli animali da compagnia. Interventi assistiti con gli animali (Pet therapy). Prevenzione e controllo del randagismo e rapporto uomo/animale/ambiente. Gestione di flussi informativi e analisi dei relativi fattori di rischio. Gestione delle correlate linee di attività del Piano di Prevenzione.

Nell’ambito delle sopra descritte attività sono stati raggiunti i seguenti obiettivi:

Obiettivo Operativo n.1 “Rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi e di pagamento delle fatture”

Obiettivo Operativo n.2: “Attuazione del PTPCT 2021-2023 con particolare riferimento all’individuazione delle aree a rischio e all’adempimento degli obblighi di pubblicazione

Obiettivo Operativo n.3: “Miglioramento dei servizi di prevenzione sanitaria: screening di popolazione del tumore della cervice uterina.”

Obiettivo Operativo n.4: “Miglioramento dei servizi di prevenzione sanitaria: screening di popolazione del tumore della mammella.”

Obiettivo Operativo n.5: “Miglioramento dei servizi di prevenzione sanitaria: screening di popolazione del tumore del colon retto”.

Obiettivo Operativo n.6: “Attività relativa alla predisposizione del Piano di Prevenzione 2020-2025 della Regione Siciliana”.

Obiettivo Operativo n.7: “COVID-19: incidenza, mortalità e ospedalizzazione finalizzata alla valutazione dell’impatto dell’epidemia da virus Sars-Cov2 sul Servizio Sanitario Regionale”

Obiettivo Operativo n.8: “Migliorare e potenziare i servizi di prevenzione sanitaria, con particolare riguardo al recupero delle liste di attesa causate dall’epidemia da virus Sars-Cov2, ai sensi dell’art. 29 del D.L. 104/2020 ad integrazione al Piano Regionale per il Governo delle liste di attesa (PRGLA) giusta il D.A. 631/2019.”

Infine, si è proposta l’istituzione di un “Centro Regionale Siciliano Epidemie e Pandemie – CERSEP”, comprensivo di una Centrale operativa regionale, presso il CEFPAS di Caltanissetta, predisposto in attuazione dell’articolo 1, comma 8, del decreto- legge n. 34 del 2020, convertito dalla legge n. 77 del 2020, con la specificazione delle competenze e la dotazione del personale e del finanziamento da assegnare, istituito successivamente con DA n.1447/2021.

Rispetto agli obiettivi assegnati sono state formulate valutazioni ottimali da parte degli Organismi preposti.

Si allega la relazione finale delle attività complessivamente svolte presso il Dipartimento (all.2-3).

REGIONE CALABRIA DIPARTIMENTO TUTELA DELLA SALUTE E DEI SERVIZI SOCIALI E SOCIO-SANITARI

  • Periodo: dal 30/6/2020 al 31/03/2021
  • Poteri, responsabilità e mansioni svolte: il Dirigente generale del Dipartimento assume in prima persona le responsabilità del coordinamento e della sovrintendenza delle complessive attività svolte dalle 14 strutture dirigenziali del dipartimento. Svolge tutte le attribuzioni dirigenziali attinenti al ruolo, così come individuate dalle norme legislative e regolamentari di livello nazionale e regionale.

Contesto di riferimento

Il Dipartimento “Tutela della Salute e dei Servizi sociali e sociosanitari” è stato istituito con Delibera di Giunta Regionale n.91 del 25 maggio 2020, entrata in vigore il 22 giugno 2020.

Il 30 giugno 2020 lo scrivente è stato incaricato quale Dirigente Generale.

Dal 1° luglio 2020 ho avviato un percorso di riorganizzazione e potenziamento delle strutture dipartimentali, caratterizzate da una grave carenza di funzionari e di dirigenti. È stato realizzato ed approvato, con Decreto Dirigenziale n.7606 del 22/07/2020, il funzionigramma dei 14 Settori dirigenziali del Dipartimento, così da consentirne anche la definizione dei relativi fabbisogni in termini di risorse umane. Una delle attività prevalenti del Dipartimento è quella di garantire supporto tecnico-specialistico alla Struttura del Commissario ad acta, responsabile dell’attuazione del programma operativo stabilito dal Ministero della Salute e dal MEF. Conseguentemente al funzionigramma è stata predisposta dal Dipartimento la documentazione necessaria per l’immediato avvio delle procedure di interpello finalizzate al conferimento degli incarichi dirigenziali di titolarità. Attraverso la suddetta procedura, sono stati nominati due nuovi Dirigenti, ai quali sono stati affidati gli incarichi di titolarità dei Settori “Autorizzazioni ed Accreditamenti” e “Gestione Sisr – Monitoraggio e Implementazione dei Flussi Sanitari”, le cui posizioni dirigenziali erano vacanti da qualche anno.

Con un rilevante impegno di tutti i dirigenti, soprattutto per le nuove funzioni assegnate ad ogni struttura del Dipartimento, si è composta una squadra che, benché molto ridotta numericamente, dal primo luglio 2020 a marzo 2021, ha adottato circa 945 decreti relativi alle varie materie di rispettiva competenza ed ai numerosi ambiti di intervento del Dipartimento. Tali provvedimenti amministrativi sono intervenuti prevalentemente in materia economico-finanziaria, di edilizia sanitaria, veterinaria, farmaceutica, volontariato e terzo settore, reti ospedaliere e territoriali, prevenzione e sanità pubblica, autorizzazioni e accreditamento, personale sanitario, medicina convenzionata, politiche sociali e sociosanitarie, a tutela di infanzia, di minori, di persone affette da disabilità e non autosufficienza, dei centri antiviolenza e casa rifugio per donne vittime di violenza, di immigrazione e nuove marginalità.

Attività, obiettivi e risultati raggiunti:

• Progettazione e programmazione attività con riferimento all’emergenza COVID, utilizzando fondi POR Calabria FESR-FSE 2014-2020, coinvolgendo le Aziende Sanitarie dell’intero territorio regionale;

• Istituzione di un Team Working per il monitoraggio delle attività di prevenzione della corruzione e della trasparenza;

• Istituzione di un gruppo di “Controller” in grado di monitorare il ciclo di gestione della performance;

• Realizzazione della procedura finalizzata all’approvazione dell’elenco degli idonei a ricoprire il ruolo di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie regionali; • Avvio delle attività del Settore Autorizzazione e Accreditamento;

• Avvio dei progetti di Home Care Delivery;

• Monitoraggio delle attività di ricerca finalizzata svolte presso i settori clinici e di ricerca delle Aziende sanitarie regionali, anche in collaborazione con le Università;

• Revisione del modello organizzativo delle complessive attività di emergenza-urgenza e predisporre il nuovo capitolato tecnico finalizzato all’espletamento della gara per il servizio di Elisoccorso, da anni in proroga per sopravvenute inchieste giudiziarie;

• Approvazione dei Piani Territoriali delle Aziende Sanitarie Provinciali;

• Approvazione delle “Linee di indirizzo sulla parto analgesia e sul contenimento del dolore nel parto”;

• Predisposizione della Check list per il monitoraggio delle attività dei Consultori e dei Punti Nascita;

• Definizione e e avvio delle attività del Tavolo tecnico sulla Medicina di Genere;

• Definizione e proposta dei criteri per l’Accreditamento delle Reti di Cure Palliative e di Terapia del dolore;

• Definizione e proposta dei livelli massimi di finanziamento alle ASP per l’acquisto di prestazioni di assistenza riabilitativa psichiatrica, di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, di assistenza extra-ospedaliera estensiva, ambulatoriale e domiciliare, erogabili dalla rete di assistenza territoriale privata accreditata;

• Definizione e realizzazione di rilevanti interventi di edilizia sanitaria e investimenti tecnologici, tra cui:

– riqualificazione dei Servizi di Radioterapia Oncologica;

– programmazione acquisizione di 24 TC; 15 RM; 21 mammografi; 11 angiografi; 2 nuove Gamma

Camera; 4 Gamma Camera/TAC; 3 PET/TAC; 2 Acceleratori lineari;

– interventi di potenziamento della Rete Ospedaliera per l’emergenza COVID ci cui all’art. 2 DL 34/2020;

• Avvio attività previste dalla Riforma del Welfare e realizzazione del Piano Sociale Regionale;

• Realizzazione di molteplici interventi relativi all’Immigrazione, al Servizio Civile e nell’ambito del Centro Regionale Antidiscriminazione.

Per ogni approfondimento si riporta di seguito il link relativo alla sintesi delle attività complessivamente svolte https://www.regione.calabria.it/website/portalmedia/2021-04/SINTESI DELLEATTIVITA%E2%80%99_AGGIORNAMENTO-AL-31-MARZO-2021-_.pdf

AGENZIA NAZIONALE PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI – (AGENAS)

  • Periodo: dal 05/08/2014 al 09/12/2019
  • Poteri, responsabilità, mansioni: Il Direttore generale ha la diretta responsabilità della gestione dell’Agenzia e ne adotta gli atti, salvo quelli attribuiti agli Organi della medesima.

Il Direttore generale, in particolare:

a) sovrintende alle attività svolte dalle strutture istituzionali in cui l’Agenzia si articola;

b) esegue, tenendone informato il Presidente, ogni altro compito attribuito dal Consiglio di amministrazione;

c) esercita, secondo i criteri e i limiti prefissati dal Regolamento di amministrazione e del personale, i poteri
di spesa e quelli di acquisizione delle entrate, salvo quelli delegati ai dirigenti;

d) predispone, ai fini dell’approvazione da parte del Consiglio di amministrazione, gli schemi delle
convenzioni e dei contratti;

e) predispone il bilancio preventivo, le relative variazioni e il conto consuntivo;

f) definisce ed assegna ai dirigenti, attribuendo le necessarie risorse umane, finanziarie e materiali, gli obiettivi individuali ed organizzativi in coerenza con i programmi dell’Agenzia, nonché la responsabilità e la gestione di specifici progetti;

g) misura e valuta le performance individuali dei dirigenti, assume le iniziative necessarie per assicurare la rispondenza dell’attività delle strutture organizzative agli indirizzi prefissati, anche al fine di assicurare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa e della gestione affidata;

h) il direttore generale sovrintende e coordina i processi decisionali e le attività necessarie allo svolgimento di quanto sopra indicato, nonché agli indirizzi programmatici definiti dal Consiglio di Amministrazione.

Contesto di riferimento

A partire dal 2014 è iniziato per AGENAS un percorso di trasformazione, per la necessità di renderla funzionale al cambiamento avviato con il Patto per la Salute 2014-2016 e il successivo Decreto Ministeriale 70/2015. Dapprima il Patto aveva affidato all’Agenzia la realizzazione di un sistema preventivo di misurazione delle performance sanitarie, superando la vecchia logica di intervento successivo all’insorgenza di criticità e per lo più focalizzato sugli aspetti economico-finanziari. Sulla stessa linea del documento pattizio, il DM 70/2015 si è avvalso di AGENAS per rispondere efficacemente ai nuovi bisogni di riorganizzazione dell’offerta sanitaria secondo il concetto di rete, restituendo all’ospedale la sua funzione di assistenza altamente specialistica e ad elevato impegno tecnologico, nonché prevedendo al contempo la riorganizzazione e il rafforzamento dell’assistenza territoriale, chiamata a farsi carico del paziente cronico o non autosufficiente. Entrambi i provvedimenti hanno messo al centro la misurazione delle performance quale fattore strategico di miglioramento continuo del sistema sanitario e hanno individuato nell’AGENAS, l’Istituzione che, per natura giuridica, competenza ed esperienza, più di ogni altra avrebbe potuto raccogliere la sfida lanciata anche dall’OCSE. Ed infatti già da anni l’Organismo internazionale in più occasioni, non da ultimo nel gennaio del 2015, aveva posto l’attenzione sulla sostenibilità del SSN, indicando l’opportunità di supportare le realtà che mostravano criticità nell’erogazione dei servizi sanitari, attraverso un approccio più omogeneo ed ambizioso per monitorare e migliorare la qualità a livello nazionale. A tal fine, l’OCSE raccomandava “di sviluppare ulteriormente le responsabilità delle autorità nazionali, come ad esempio AGENAS, il cui ruolo è quello di supportare le Regioni e le Provincie Autonome e di affiancare le singole realtà nei processi di miglioramento delle performance”.

Un obiettivo molto sfidante è stato quello dell’attuazione di tali provvedimenti, che ha richiesto all’Agenzia di dotarsi di nuovi strumenti e specifiche metodologie di intervento, le cui peculiarità sono quelle di individuare le criticità preventivamente, allertando il sistema, prima che esse si verifichino o si cronicizzino ed accompagnando nel processo di soluzione di tali criticità le singole aziende sanitarie e i sistemi regionali.

Infatti, la realizzazione concreta dei suddetti strumenti, il loro affinamento e irrobustimento hanno consentito di spostare l’osservazione dai Piani di Rientro regionali alle criticità delle singole realtà ospedaliere e territoriali che costituiscono il “cuore” dei sistemi sanitari regionali, inducendo il legislatore ad affidarsi ancora una volta all’Agenzia. L’efficacia di questi strumenti è stata tempestivamente colta dal Parlamento che ha ben compreso che soltanto la misurazione delle performance  in tutte le sue componenti avrebbe potuto risanare situazioni “patologiche” in maniera più incisiva rispetto alle precedenti modalità di affiancamento e senza mai sostituirsi all’Amministrazione richiedente. La valorizzazione della misurazione delle performance ha trovato, così, ulteriore conferma nella legge 145 del 2018 che ha reso metodica – a prescindere da patologie di sistema – l’attività preventiva di misurazione, analisi, valutazione e monitoraggio delle prestazioni dei servizi sanitari a livello nazionale, promuovendo altresì un cambiamento culturale che vede nella performance e in tutte le sue declinazioni, economico-gestionale, organizzativa, finanziaria, clinico-assistenziale, di efficacia clinica e dei processi diagnostico-terapeutici, della qualità, della sicurezza e dell’esito delle cure, dell’equità e della trasparenza dei processi, il pilastro che garantisce anche la complessiva sostenibilità del sistema.

È in questo stesso ambito che si colloca il DM 70, rispetto al quale l’AGENAS ha continuato a svolgere il compito di supportare la riorganizzazione dell’offerta sanitaria “secondo rete”, nell’accezione più ampia di integrazione ospedale-territorio e di continuità assistenziale sanitaria e socio-sanitaria. Fedelmente al concetto di rete, da intendersi anche come lavoro di squadra, l’Agenzia ha coordinato i tavoli istituzionali, facendo della collaborazione e del confronto con Ministero, Regioni ed altri stakeholder la modalità ordinaria di lavoro. Questo metodo ci ha consentito di implementare i modelli organizzativi che il sistema chiedeva da tempo e di realizzare le condizioni per elevare la qualità e la sicurezza delle cure secondo standard europei e internazionali, nonché di valorizzare le eccellenze, rendendo il nostro sistema sanitario competitivo anche nei confronti dei Paesi dell’UE.

Sono consapevole che in pochi anni non potevano essere del tutto superati gli ostacoli determinanti i disallineamenti temporali nell’attuazione delle reti, che restano una priorità da perseguire per la correlazione, riconosciuta anche dalla comunità scientifica, tra riorganizzazione a rete dei presidi ospedalieri e miglioramento degli esiti delle cure oltre che di accesso alle migliori prestazioni sanitarie, avvalorata ogni anno dal Programma Nazionale Esiti. Per questa ragione, il monitoraggio dell’Agenzia sullo stato di attuazione delle reti rappresenta un fattore imprescindibile per evitare che misure pattizie e linee di indirizzo restino inattuate o attuate parzialmente, continuando a generare distonie tra Regioni, foriere di disparità nell’accesso alle cure oltre che di migrazione sanitaria, anche sovranazionale. Ma per essere competitivi a livello europeo, bisognava incidere anche sulla qualità e sulla sicurezza delle cure, nonché sulla diffusione delle buone pratiche a livello nazionale, che anche a seguito dell’impulso dato dalla legge 24 del 2017 sono entrate, a pieno titolo, nell’agenda di lavoro di AGENAS. Anche in questo ambito sono stati fatti passi in avanti per offrire ai cittadini cure più sicure. Come è noto, infatti la normativa eleva la sicurezza da dimensione della qualità ad elemento costitutivo del diritto alla salute, che per la nuova rilevanza acquisita necessita di essere monitorata costantemente da un apposito Organismo, che è stato istituito presso l’Agenzia, a suggello della sua mission.

L’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità istituito con Decreto ministeriale 29 settembre 2017, è diventato una fucina di indicatori e luogo di scambio di linee di indirizzo e buone pratiche per promuovere standard sempre più elevati di qualità e sicurezza delle cure, per contenere i rischi assicurativi per le organizzazioni sanitarie e i singoli professionisti, nonché per arginare il fenomeno della medicina difensiva, all’origine di ingenti costi e sprechi. Un modello di gestione del rischio clinico che ha già avuto modo di confrontarsi e di rendersi visibile in un contesto europeo.

In questo quinquennio non c’è stato ambito della qualità delle cure su cui non si sia intervenuti: capitalizzando le attività e le collaborazioni avviate negli anni precedenti, AGENAS si è fatta portatrice di un progetto di ampio respiro, finalizzato al riconoscimento che anche l’umanizzazione è una dimensione della qualità delle cure e che merita pari – se non superiore – dignità di ogni altra declinazione qualitativa.

Ancora una volta, con la modalità di lavoro suggerita dal Patto per la Salute, insieme con le Regioni e coinvolgendo anche le Associazioni dei cittadini è stato messo a punto un sistema di indicatori in grado di misurare gli interventi di umanizzazione delle cure e le modalità dell’accoglienza delle persone nei luoghi di cura. La creazione di una “check list” dell’umanizzazione, la partecipazione attiva di professionisti sanitari al fianco dei cittadini, l’adesione entusiastica dei referenti regionali, cui sono particolarmente grato, hanno svelato che l’ascolto e il coinvolgimento del paziente sono anche essi strumenti fondamentali di miglioramento da cui non si può più prescindere.

L’obiettivo della sostenibilità, il fil rouge di questo quinquennio, non poteva trascurare tutto ciò che è fonte di spreco e maladministration. In assenza di specifiche indicazioni normative per il settore sanitario, ho ritenuto di proporre al Ministro pro tempore l’avvio di una collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione, anche alla luce dell’esperienza dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione, meramente compilativi, adottati dagli enti del SSN in attuazione della legge 190 del 2012, che si erano rivelati poco incisivi nel proteggere l’organizzazione da condotte inadeguate e/o inappropriate e da comportamenti illeciti. Era oramai evidente che occorrevano specifici meccanismi di rafforzamento della trasparenza e dell’eticità del sistema, nonché di prevenzione del rischio corruttivo. Il supporto di AGENAS è stato determinante, sia per l’individuazione delle aree e dei fattori di rischio specifici e delle corrispondenti misure di prevenzione, sia per lo sviluppo dei relativi indicatori di monitoraggio, utili a misurare l’efficacia delle azioni intraprese in un’ottica di miglioramento continuo.

La sinergia con l’ANAC e il Ministero della Salute ha gemmato non solo una specifica sezione dedicata alla sanità nel Piano Nazionale Anticorruzione ma sono state condotte attività di verifica dirette a monitorare il tasso di adesione delle aziende sanitarie ai nuovi atti di indirizzo, anche per valutare la necessità di eventuali aggiustamenti. Nella realizzazione di quanto sopra, l’Agenzia non ha peccato di autoreferenzialità e ne è un indicatore l’attività di formazione specifica intrapresa ex novo e trasversale a tutte le attività sviluppate in questi anni. Una trasmissione di sapere che ha coperto interi settori finora poco esplorati e finalizzata a rendere i livelli di formazione omogenei, in particolare nell’ambito manageriale e della conoscenza degli strumenti di misurazione delle performance, a potenziare la diffusione della cultura del miglioramento organizzativo, e, in ultima analisi all’aggiornamento delle competenze delle professionalità coinvolte in funzioni strategiche.

Questo percorso, avviato nel 2014, non poteva che essere accompagnato da una parallela e profonda operazione di riorganizzazione delle attività e del personale dell’AGENAS, necessaria e funzionale alla realizzazione della rinnovata mission istituzionale, culminata con il rafforzamento della dotazione organica di 100 unità di personale. Un ampliamento che è stato possibile grazie all’acquisita credibilità e alla crescente attribuzione all’Agenzia di compiti necessari a garantire la sostenibilità del sistema.

Si è trattato di una vera e propria rivisitazione: un mutamento che ha interessato trasversalmente tutta l’organizzazione, i processi interni, il nucleo di compiti ed attribuzioni, la mission istituzionale, ma ancor di più la sua reputazione. Ed infatti, mai come oggi, sono molteplici le Istituzioni (Corte dei conti, TAR, Guardia di Finanza, Carabinieri del NAS) che chiedono la collaborazione di AGENAS, soprattutto con riferimento alle attività di misurazione, analisi, valutazione e monitoraggio delle performance dei servizi sanitari, per un supporto specialistico, anche nella forma di pareri tecnici, da utilizzare nelle relative attività di competenza; e non perché c’è una legge che ne impone la richiesta. Ciò accade perché il livello raggiunto dall’Agenzia in termini di professionalità e preparazione tecnica ne sancisce l’affidabilità e, quindi l’affidamento da parte delle Istituzioni.

Come dal 2014, il contesto di riferimento cambia continuamente, e gli strumenti di verifica devono tenergli il passo. La misurazione deve essere mirata su specifiche aree di intervento e agevolare la definizione di obiettivi specifici, azioni e cronoprogramma, limitando laddove possibile il ricorso al commissariamento di un’intera regione. L’AGENAS anche in questo caso ha già gli strumenti per farlo, e devono essere necessariamente utilizzati secondo le metodologie oramai acquisite dal personale e trasmesse a quanti, a livello nazionale, regionale e locale, hanno beneficiato del suo supporto. È stato possibile realizzare questo grande progetto anche grazie ai componenti del Consiglio di Amministrazione che si sono succeduti in questi anni e che sono stati preziosi compagni di viaggio. Abbiamo lasciato un’Agenzia solida, in grado di fornire un contributo decisivo nella consolidazione dei risultati, insieme con tutti coloro che ogni giorno lavorano, credendo nel valore assoluto del Sistema Sanitario Nazionale, per rendere ancor più fertile il terreno di coltura che ha nutrito e fatto crescere i più moderni strumenti di misurazione utili per sostenere e migliorare i servizi ai cittadini.

Attività, obiettivi e risultati raggiunti:

  • DM n. 70/2015. Le reti cliniche integrate ospedale – territorio

Dal 2016 ad oggi, l’AGENAS, in ossequio a quanto attribuitole dal Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, ha coordinato i lavori di revisione delle reti clinico – assistenziali.

Infatti il punto 8.1.1. recante “Reti ospedaliere” prevede che nel disegno globale della rete ospedaliera è necessaria l’articolazione delle reti per patologia che integrano l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale con particolare riferimento alle reti infarto, ictus, traumatologica, neonatologica e punti nascita, medicine specialistiche, oncologica, pediatrica, trapiantologica, terapia del dolore e malattie rare.

Prevede altresì che “per la definizione delle reti sopra elencate le regioni adottano specifiche disposizioni tenendo conto delle linee guida organizzative e delle raccomandazioni già contenute negli appositi Accordi sanciti in sede di Conferenza Stato-regioni sulle rispettive materie. Relativamente alle reti sopra elencate, per le quali non siano disponibili linee guida e raccomandazioni, è istituito uno specifico tavolo tecnico presso Age.nas composto da rappresentanti del Ministero della salute, di Age.nas, regioni e province autonome, con il compito di definire entro un anno dalla data di approvazione del presente decreto le relative linee guida e raccomandazioni, nonché di aggiornare quelle già esistenti, da sanciretramite Accordi in sede di Conferenza Stato-regioni”.

Al fine di adempiere alle disposizioni contenute nel Regolamento per gli specifici ambiti che impegnano AGENAS e gli altri Soggetti istituzionali di cui al punto sopra richiamato, sono stati istituiti i seguenti organismi:

  1. Tavolo Istituzionale per la revisione delle reti cliniche (TI)
  2. Coordinamento tecnico-Scientifico (CTS)
  3. Gruppo di Lavoro di Rete Clinica (GL di Rete).

Il TI è stato istituito da AGENAS, che lo presiede e lo coordina ed è composto da rappresentanti di AGENAS, del Ministero della Salute, delle Regioni e Province Autonome.

Il TI si avvale del supporto tecnico del Coordinamento Tecnico-Scientifico (CTS) e svolge i seguenti compiti:

  • indirizzo delle policy;
  • indica i componenti del CTS e dei GL di Rete Clinica (questi ultimi in accordo con il CTS);
  • definisce gli ambiti di attività, le priorità, la tempistica del programma di lavoro del CTS e dei singoli Gruppi di Lavoro di Rete Clinica per ciascun ambito assistenziale definito dal DM 70/2015, ferma restando l’autonomia nel designare eventuali altri componenti in base a specifiche necessità e di avocare a sé specifiche attività tecniche;
  • effettua il monitoraggio delle attività del CTS e del rispetto dei tempi assegnati;
  • approva, con eventuali revisioni, la bozza di Rete redatta dai Gruppi di Lavoro di Rete Clinica e validata e trasmessa dal CTS;
  • procede alla formalizzazione della Rete revisionata e la inoltra al Ministero della Salute ai fini del successivo invio alla Conferenza Stato- Regioni.

Il CTS è un’articolazione tecnico – operativa del TI. Ė coordinato da AGENAS ed è composto da rappresentanti di AGENAS, del Ministero della Salute, di ISS, di AIFA, della FNOMCeO, di FNOPI (ex IPASVI) e di altre professioni sanitarie e di Cittadinanzattiva. Il CTS può avvalersi anche di eventuali esperti ad hoc per singole specifiche tematiche e svolge i seguenti compiti:

  • propone al TI i componenti dei Gruppi di Lavoro (GL) di Rete Clinica per ciascuna rete da revisionare;
  • definisce gli strumenti di lavoro e gli indicatori da utilizzare per il successivo monitoraggio della rete clinica;
  • coordina e monitora le attività dei GL di Rete Clinica e il rispetto dei tempi assegnati;
  • valida i prodotti dei GL di ogni Rete Clinica e li invia al TI;
  • cura la consultazione, sulla bozza (prima stesura) di ogni Rete revisionata, degli Stakeholder (Comitati/associazioni di cittadini, di pazienti, di volontariato, terzo settore, ecc.) per commenti e suggerimenti non vincolanti;
  • cura la pubblicazione sul sito istituzionale di AGENAS, per una durata temporale definita, di ciascuna bozza di Rete revisionata per eventuali commenti dei cittadini;
  • invia ai GL di Rete Clinica le osservazioni ricevute per l’eventuale inserimento nella bozza finale;
  • valida la bozza finale acquisita da parte dei GL di Rete Clinica e la invia al TI per l’approvazione;
  • effettua il monitoraggio della funzionalità della Rete Clinica.

Il Gruppo di Lavoro (GL) di Rete Clinica per ciascun ambito assistenziale definito dal DM 70/2015, nominato per ogni Rete Clinica dal TI, in accordo con il CTS, è coordinato da AGENAS ed è composto da rappresentanti di AGENAS, di ISS, di AIFA, dei MMG e PLS e da esperti indicati dalle Società Scientifiche di volta in volta interessate. Ciascun GL, per ogni Rete Clinica, svolge le seguenti attività:

  • programmazione dei lavori e della tempistica;
  • revisione della legislazione nazionale e regionale della Rete e dei professionisti in essa coinvolti;
  • revisione della letteratura scientifica della Rete;
  • valutazioni di impatto socio-sanitario, organizzativo ed economico secondo i dettami della Value based Healthcare;
  • stesura della prima bozza di Rete;
  • invio della bozza di Rete al CTS per le relative valutazioni di quest’ultimo, per le consultazioni con gli Stakeholder e per le successive valutazioni del TI;
  • stesura dell’ultima bozza di Rete con le valutazioni del CTS conseguenti agli eventuali contributi degli Stakeholder e rinvio al CTS;
  • invio della bozza (ultima stesura) di Rete al CTS per la definizione dell’iter di approvazione da parte del TI.

La prima fase del lavoro ha riguardato la definizione dei seguenti strumenti operativi:

  1. Documento metodologico per la revisione delle Reti cliniche che integrano l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale- DM n. 70/2015 (allegato n. 1) recante l’impostazione del percorso metodologico e il relativo cronoprogramma da seguire nella conduzione del complesso lavoro di revisione, condiviso da parte del Comitato scientifico di AGENAS e validato dal TI al momento dell’insediamento di quest’ultimo avvenuto in data 18 maggio 2016;
  2. Griglia di rilevazione e di valutazione delle Reti clinico-assistenziali che individua standard generali di riferimento (tratti da letteratura scientifica, normativa specifica, TRAC, ecc.) comuni a ogni Rete Clinica.

La griglia ha la doppia funzione di analisi delle reti già istituite e di supporto metodologico per le reti da implementare o integrare. Lo strumento e la correlata procedura operativa hanno l’obiettivo di fornire una cornice metodologica e strutturale di base per la definizione del sistema socio-sanitario per ciascun ambito assistenziale definito dal DM 70/2015 e la modulazione di Reti cliniche regionali al fine di disporre di un’omogeneità dei modelli di rete che ne consenta anche una migliore confrontabilità nonché un monitoraggio costante degli outcome prodotti a livello regionale, nazionale e internazionale.

  • Reti cliniche Tempo-dipendenti

Le attività relative al processo di revisione di questa tipologia di reti possono essere declinate nelle seguenti fasi operative comuni a tutti i processi di revisione avviati anche per le altre reti cliniche:

a) la definizione delle priorità nei seguenti ambiti: cardiologica per l’emergenza, neonatologia e punti nascita, ictus e trauma;

b) l’impostazione della struttura del documento unitario di revisione delle reti clinico-assistenziali, comprensiva degli elementi di base comuni a tutte le reti;

c) l’analisi dei contributi resi da parte delle Società scientifiche di settore, specifici per ciascuna rete clinico assistenziale in seno ai lavori dei GL di ciascuna rete.;

d) l’elaborazione delle singole bozze di rete per i quattro ambiti prioritari individuati dal TI e dal CTS e costruzione di ipotesi di indicatori di monitoraggio di processo, di esito e di efficienza di Rete, ai fini dell’implementazione di un sistema permanente di verifica della conformità delle reti regionali al contesto normativo e di indirizzo a livello nazionale e di monitoraggio della relativa funzionalità in termini di efficienza e di efficacia/impatto sulla salute;

e) la redazione della bozza di Linee Guida per la revisione delle reti cliniche tempo dipendenti, corredata di allegati tecnici recanti altresì gli indicatori di processo e di esito per il monitoraggio del funzionamento delle reti e per la valutazione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali ospedale-territorio;

f) la messa in atto della procedura di consultazione pubblica on line sul sito istituzionale dell’Agenzia secondo modalità condivise con TI e il CTS e il Ministero della salute;

g) la conduzione, dopo una fase di sperimentazione su alcune Regioni e P.A. come test, dell’attività di rilevazione su base nazionale dello stato di implementazione delle reti attraverso l’applicazione della Griglia di cui al punto II attraverso la messa a punto della funzionalità dell’applicativo web di AGENAS http://servizi.agenas.it/ sul proprio sito istituzionale per la compilazione on line della Griglia, a seguito di specifica comunicazione alle Regioni e P.A. per il tramite del Coordinamento tecnico della Commissione Salute;

h) l’elaborazione di apposita reportistica recante il profilo di ciascuna Regione e P.A. e benchmark su base nazionale;

i) la revisione del Documento a seguito della consultazione pubblica e delle eventuali osservazioni formulate in sede tecnica dal Ministero della Salute prima dell’invio da parte di quest’ultimo alla Conferenza Stato Regioni per il previsto Accordo.

Nella seduta del 24 gennaio 2018 è stato perfezionato l’Accordo in Conferenza Stato- Regioni con il quale sono state approvate le Linee guida per la revisione delle reti cliniche. Le reti tempo dipendenti (Rep. Atti n.14/CSR del 24 gennaio 2018).

A seguito della pubblicazione dell’Accordo, in attuazione di quanto previsto al punto 4 dello stesso, si è proceduto ad elaborare una proposta di Manuale operativo finalizzato ad individuare strumenti specifici per il monitoraggio del funzionamento delle reti cliniche tempo-dipendenti, da approvare con successivo Accordo.

Il Manuale è stato trasmesso in data 24 dicembre 2018 (prot. n.10648) al Ministero per il conseguente iter in Conferenza corredato da una proposta di schema di Accordo per facilitarne il percorso di approvazione.

  • Rete oncologica

Un altro lavoro che ha impegnato particolarmente l’Agenzia nel contesto del mandato del DM.70/2015, ha riguardato la revisione delle reti oncologiche nei vari ambiti specialistici che le caratterizzano quale ulteriore priorità in ragione dell’impatto delle patologie oncologiche sulla popolazione, che vede nella multidisciplinarità e nella integrazione a tutti i livelli, istituzionale, infrastrutturale, organizzativo, informativo e tra i professionisti, i presupposti fondanti per la sua effettiva realizzazione.

Il complesso processo di sistematizzazione delle evidenze e delle migliori pratiche disponibili ha richiesto una metodologia di lavoro strutturata, articolata in tredici gruppi di lavoro tecnici tematici, con il coinvolgimento di oltre duecento professionisti che hanno operato su indicazione del Tavolo Istituzionale e del relativo Coordinamento Tecnico Scientifico partecipato, quest’ultimo, oltre che dal Ministero della Salute, anche dai rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), di AIFA, della FNOMCeO, dei MMG e PLS, di FNOPI, di Cittadinanzattiva e da oltre venti Società scientifiche interessate.

Il documento recante la “Revisione delle Linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica che integra l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale”, in analogia agli altri documenti di indirizzo, è stato oggetto di consultazione pubblica sul sito istituzionale di AGENAS tra il mese di novembre e il mese di dicembre 2017 ed è stato altresì sottoposto alla revisione di tre referenti esterni di alto profilo ed esperienza professionale nel settore. Successivamente il documento è stato trasmesso al Ministero della salute per il prosieguo dell’iter in Conferenza StatoRegioni.

Con Accordo Stato-Regioni del 17 aprile (Rep. Atti n. 59/CSR) è stato approvato il documento “Revisione delle Linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica che integra l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale” (allegato n. 4) che prevede tra l’altro al punto 3 che entro 90 giorni dalla stipula dell’Accordo viene istituito presso il Ministero della salute il Coordinamento generale delle Reti oncologiche e, presso AGENAS viene istituito l’Osservatorio per il monitoraggio delle reti oncologiche per assicurare l’omogeneità di funzionamento e il periodico aggiornamento delle stesse.

  • Prevenzione delle complicanze legate alla gravidanza

A seguito dei numerosi eventi sentinella verificatisi negli ultimi due anni che hanno causato morti materne e neonatali in alcuni ospedali italiani, su preciso mandato del Ministro pro tempore, AGENAS ha attivato un Tavolo Tecnico con il compito di redigere un documento di indirizzo finalizzato a migliorare la sicurezza di tutto il percorso gravidanza e nascita, uniformando e rendendo, ove necessario, tra loro più coerenti in tutto il territorio nazionale le diverse attività organizzative e cliniche interessate.

Il Tavolo, coordinato dall’Agenzia ed insediatosi il 5 aprile 2016 con il mandato di definire i lavori delle “Linee di indirizzo clinico-organizzative per la prevenzione delle complicanze legate alla gravidanza”, ha visto un’ampia e composita rappresentatività istituzionale: Direzione Generale della Programmazione Sanitaria e Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, ISS, Comitato Percorso Nascita nazionale.

Il Tavolo si è avvalso inoltre del supporto tecnico delle Società scientifiche di settore (oltre 20 società coinvolte) alle quali, è stato chiesto un supporto specifico per contribuire ad individuare le modalità clinico organizzative ritenute più idonee a ridurre i profili di rischio legati alla possibile insorgenza di complicanze per la donna in gravidanza, per il feto e per il neonato.

Gli argomenti trattati sono stati selezionati tenendo conto della distribuzione di frequenza delle principali cause di morte materna rilevate dal Sistema di sorveglianza della mortalità materna dell’Istituto Superiore di Sanità (Emorragia del Post Partum o EPP, Sepsi, Ipertensione, Influenza e Obesità).

È stato predisposto e definito un documento “Linee di indirizzo clinico-organizzative per la prevenzione delle complicanze legate alla gravidanza e al puerperio” ove, per ognuna delle cinque condizioni patologiche trattate, sono stati formulati dei quesiti e relative raccomandazioni che esplorano gli aspetti decisionali più rilevanti e teoricamente più vulnerabili dal punto di vista della sicurezza.

Nel mese di maggio 2017, il documento è stato oggetto di consultazione pubblica sul sito istituzionale di AGENAS al fine di una partecipazione più diffusa degli stakeholders, a seguito della quale il Tavolo è pervenuto al completamento dello schema finale delle linee di indirizzo trasmesso nel mese di luglio 2017 al Ministero della salute.

Il documento è stato trasmesso in data 24 dicembre 2018 al Ministero per il conseguente iter in Conferenza, corredato dalla proposta di schema di Accordo per facilitarne il percorso di approvazione. In data 18 aprile si è svolta la riunione in sede tecnica presso l’Ufficio per il coordinamento delle attività della segreteria della Conferenza nel corso della quale sono state formulate alcune osservazioni da parte delle Regioni, allo stato ancora non formalizzate all’Agenzia.

  • Rete Medicina Trasfusionale

Tra le attività che hanno impegnato AGENAS nell’ambito della revisione delle reti specialistiche di cui all’allegato 1, punto 8.1.1. del D.M. 70/2015, si annovera anche la Rete della Medicina Trasfusionale.

Il relativo documento, quale risultante dei lavori di un Tavolo Tecnico la cui istituzione è stata formalmente richiesta nel luglio 2015, dal Direttore del Centro Nazionale Sangue, ha la finalità di contribuire all’ulteriore miglioramento delle funzionalità e dell’efficacia del Sistema Trasfusionale italiano alla luce della vigente normativa nazionale ed europea. Analoghe istanze a sostegno dell’avvio di questo percorso di lavoro sono pervenute dalla Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia (SIMTI), dal Coordinamento Interassociativo Volontari italiani sangue (AVIS – C.R.I. – FIDAS – FRATRES) e dalla Società Italiana di Emaferesi e Manipolazione cellulare (SIDEM).

Al Tavolo coordinato da AGENAS, insediatosi il 13 aprile 2016, hanno partecipato oltre ai rappresentanti del Ministero della Salute, del Centro Nazionale Sangue (CNS), delle società scientifiche di settore e delle associazioni di donatori, i referenti delle regioni e delle P.A., individuati nei professionisti regionali coordinatori di Centri Regionali Sangue, sulla base del criterio della numerosità della popolazione per distretto geografico al fine di assicurare la massima rappresentatività di popolazione, ivi comprese le isole maggiori.

Le Regioni rappresentate al Tavolo Tecnico sono state: Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna. Il 13 dicembre 2016 il Tavolo Tecnico ha condiviso e licenziato il documento finale.

Il Documento, a seguito di un periodo di consultazione pubblica sul sito di AGENAS, è stato trasmesso al Ministero della salute, per il perfezionamento dell’iter di approvazione in Conferenza Stato-Regioni.

Ad AGENAS è stato richiesto inoltre di rivedere il Documento al fine di consentirne il prosieguo dell’iter istituzionale di approvazione secondo le seguenti direttrici:

  1. riallineare il documento alle previsioni del DM 70/2015;
  2. modificare ed aggiornare gli indicatori, in base a quanto previsto dal DM70/2015 e alla matrice di scheda prevista dal Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) e confronto degli standard per i bacini di utenza previsti dal DM/70 con quelli proposti da esperti basati sui volumi minimi di attività e sul fabbisogno di prodotti e prestazioni trasfusionali (a cura di CNS-SISTRA);
  3. predisporre un Manuale operativo, come è stato realizzato per le Reti cliniche Tempo-Dipendenti e le Reti Oncologiche Regionali, che definisca le caratteristiche essenziali di una Rete di servizi trasfusionali e risponda agli obiettivi previsti e descriva le principali modalità operative e i meccanismi di monitoraggio e valutazione del funzionamento della Rete nel suo complesso.

Il documento, riallineato alle previsioni del DM 70/2015, con le indicazioni degli indicatori e standard di attività, nel rispetto delle previsioni dei bacini di utenza indicati dal DM 70/2015 è stato trasmesso al Ministero e sottoposto a consultazione sul sito istituzionale di AGENAS a far data dall’11 gennaio e fino al 31 gennaio 2019.

Con nota prot. n.1493 del 1° marzo 2019 il suddetto documento comprensivo della proposta di schema di Accordo è stato trasmesso al Ministero per il conseguente iter in Conferenza .

  • Rete dei Servizi Territoriali

L’AGENAS, nell’ambito del coordinamento dei lavori per la revisione delle reti cliniche che integrano l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale, in accordo con le previsioni dell’Allegato 1, punto 8.1.1 del D.M. n.70/2015, ha proceduto, in collaborazione con tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti ISS, AIFA, esperti del settore e categorie professionali maggiormente coinvolte, alla elaborazione del documento inerente “La riorganizzazione delle Reti dei Servizi Territoriali (Re.Se.T.) e l’integrazione dell’attività ospedaliera con l’attività territoriale – Linee di indirizzo per il potenziamento e l’armonizzazione dei modelli di assistenza primaria in Italia, con particolare riferimento alla cronicità”. Il documento comprensivo di allegati trasmesso al Ministero della salute per il conseguente iter è stato rivisitato nel titolo e nei contenuti con la seguente denominazione Documento “Linee guida e raccomandazioni per l’articolazione delle reti clinico- assistenziali che integrano l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale”.

Il Tavolo Istituzionale (TI), insediatosi il 28 luglio 2017, ha richiesto un lavoro preliminare di sistematizzazione delle evidenze e delle migliori pratiche disponibili e degli indirizzi di programmazione già vigenti in materia a livello internazionale, nazionale e regionale, dei tavoli di lavoro già attivati presso il Ministero, nonché una metodologia strutturata di conduzione delle attività, articolata in cinque gruppi di lavoro tecnici tematici come di seguito rappresentato.

In considerazione della molteplicità delle categorie professionali che intervengono nel processo di riorganizzazione della rete dei servizi territoriali e della loro integrazione con le attività ospedaliere, sono state coinvolti, preliminarmente all’insediamento del Tavolo e nel prosieguo dei lavori dello stesso, i rappresentanti delle Organizzazioni maggiormente rappresentative delle principali categorie professionali interessate, tra le quali la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), la Federazione nazionale delle Professioni Infermieristiche (FNOPI ex IPASVI), i rappresentanti delle categorie professionali dei Medici di medicina Generale (FIMMG), degli specialisti ambulatoriali (SUMAI) e dei medici ospedalieri (CIMO), l’Associazione Medici e Dirigenti del SSN (ANAAO – Assomed), la Società scientifica dei servizi territoriali (CARD), nonché alcuni esperti in materia.

Al Tavolo Istituzionale hanno preso parte, nello specifico, i rappresentanti delle seguenti Regioni e P.A.su indicazione del Coordinamento Tecnico della Commissione Salute: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Toscana, Veneto. Al Coordinamento Tecnico Scientifico (CTS) hanno preso parte, in analogia a quanto operato per la revisione delle reti tempo-dipendenti e della rete oncologica, rappresentanti di ISS, AIFA, Cittadinanzattiva, FNOMCeO, FNOPI (ex IPASVI), nonché delle Società scientifiche maggiormente rappresentative di particolari ambiti specialistici.

Nei gruppi di lavoro tecnici tematici sono stati coinvolti, per ciascun gruppo, rappresentanti di AGENAS, del Ministero, delle Regioni e P.A. e di esperti del settore sui seguenti temi:

  1. Sanità di iniziativa: case della salute e modelli alternativi
  2. Assistenza Domiciliare Integrata
  3. L’integrazione socio-sanitaria e l’integrazione ospedale–territorio
  4. Sistemi informativi e sistema di valutazione delle reti socioassistenziali
  5. Personale e formazione professionale.

Il documento prodotto è stato sottoposto, come da prassi, a consultazione pubblica on line presso il sito istituzionale di AGENAS, ed integrato con i relativi contributi pervenuti anche da altri stakeholder ufficialmente consultati, tra i quali si citano a titolo di esempio l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) la Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI).

Le linee di indirizzo oggetto del documento intendono avvalorare e supportare le scelte regionali, diversificate per tipologia di funzioni/mandati (per quantità, qualità e tipologia dei servizi), target dei pazienti da assistere, classificazione e nomenclatura delle prestazioni e delle attività offerte, dimensioni dei bacini di utenza, strumenti di valutazione del bisogno e di stima del fabbisogno e modalità di finanziamento che, contestualmente alla riorganizzazione ospedaliera, devono garantire anche un sistema avanzato di cure primarie e di interventi specialistici territoriali mirati agli aspetti preventivi, alla gestione delle patologie dell’invecchiamento e delle cronicità e, sotto altro profilo, interpretano anche il dettato del Dpcm 12 gennaio 2017 (nuovi LEA) di rendere uniformi i livelli di assistenza.

In buona sintesi il lavoro ha avuto come finalità quella di condurre ad un quadro sistemico le iniziative già attuate nelle Regioni e P.A., allo scopo di migliorarne la omogeneità e l’efficienza nell’accogliere la domanda di salute dei cittadini, delineando un quadro logico-concettuale e un pattern organizzativo, che dovrà essere flessibilmente adattato alle potenzialità, ai limiti e alle peculiarità dei singoli contesti. I “punti di forza” presi in considerazione per la riorganizzazione territoriale riguardano:

  • l’assistenza socio-sanitaria: promozione del dialogo tra le istituzioni sanitarie e sociali a tutti i livelli, con particolare riferimento alla non autosufficienza e riabilitazione;
  • l’assistenza domiciliare e residenziale: strumenti per una omogenea e condivisa classificazione dei pazienti da avviare ai due setting assistenziali, prestazioni, costi e individuazione delle risorse;
  • le strutture territoriali deputate alla presa in carico dei pazienti cronici (case della salute ed ulteriori modelli); – la rete delle farmacie; – l’integrazione ospedale-territorio;
  • il sistema di monitoraggio delle reti integrate;
  • la formazione del personale e aggiornamento professionale, comprese le nuove figure professionali.

In questo contesto si è ritenuto opportuno effettuare anche una revisione organica del testo, a partire dal titolo del documento, che è stato rimodulato come di seguito riportato “Linee guida e raccomandazioni per l’articolazione delle reti clinico- assistenziali che integrano l’attività ospedaliera per acuti e post acuti con l’attività territoriale” (allegato n. 6), in modo da rendere più esplicita la coerenza del documento al mandato del Tavolo istituzionale assegnato dal punto 8.1.1 dell’Allegato 1 al D. M. n.70/2015, conformando ad esso anche la proposta di schema di Accordo ai sensi dell’art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, redatta per agevolarne la presentazione in Conferenza. Il tutto è stato trasmesso al Ministero della salute.

  • Rete Nazionale dei Tumori Rari

Con l’Intesa Stato Regioni del 21 settembre 2017 (Rep. atti n. 158/CSR) e il decreto del Ministro della salute del 1° febbraio 2018, è stato affidato ad AGENAS il Coordinamento funzionale della Rete Nazionale dei Tumori Rari (RNTR), insediatosi il 3 maggio 2018, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di AGENAS, delle Direzioni generali della Programmazione sanitaria e della Prevenzione del Ministero della salute, delle Regioni e P.A., dell’ISS, dell’AIFA, dell’associazionismo oncologico, del Direttore Centro Nazionale Malattie rare, nonché di esperti dei tumori rari solidi, dei tumori rari pediatrici, dei tumori rari oncoematologici, in Malattie rare, in teleconsultazione, nel settore della diagnostica.

La riunione di insediamento ha avuto l’obiettivo, tra gli altri, di individuare e pianificare le attività previste per la RNTR dall’Intesa Stato Regioni del 21 settembre 2017 (Rep. atti n. 158/CSR) ovvero:

  • delineare un disegno organizzativo, nell’ambito delle tre “famiglie” dei tumori rari (tumori solidi dell’adulto, tumori ematologici e tumori pediatrici), declinato su tutto il territorio nazionale, attraverso – due strutture rappresentate dai centri User (nodi della rete) e dai centri Provider (punti di accesso alla RNTR);
  • prevedere, a livello regionale, un “nodo organizzativo/funzionale”, che rappresenti il collegamento tra la RNTR e la Rete Oncologica Regionale;
  • definire criteri mediante tavoli tecnici da istituire presso AGENAS, audit per la valutazione delle competenze, l’identificazione di un Centro, per ogni rete professionale, con funzioni di coordinamento clinico-organizzativo, clinico-patologico e di ricerca scientifica traslazionale;
  • potenziare la rete della telemedicina, che deve essere istituzionalizzata e gestita a livello nazionale e regionale, prevedendo connessioni anche sovra nazionali nell’ambito degli ERNs;
  • realizzare il Portale (Piattaforma) WEB, che risponda a tutti i bisogni di comunicazione ed informazione ai e con i pazienti e con i professionisti, finalizzata alla fruibilità ed alla circolarità delle informazioni;
  • definire criteri specifici, con il contributo delle competenze professionali, e un “Manuale d’uso” destinato alle Regioni/PA, anche per pianificare in modo sistematico attività di formazione ed aggiornamento.
  • L’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità

L’esigenza di sistematizzare la materia della responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie e della sicurezza delle cure ha portato all’approvazione della legge n. 24 dell’8 marzo 2017 “Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario”. Frutto di un vivo dibattito in seno al Parlamento e nel mondo professionale sanitario, tale legge ha posto il nostro Paese tra i pochi in Europa che hanno affrontato, in maniera organica, la questione della sicurezza delle cure con specifici interventi normativi, laddove, il precedente vuoto normativo aveva fortemente contribuito all’emergere del fenomeno della medicina difensiva quale diretta conseguenza del progressivo deterioramento del rapporto fiduciario tra medico e paziente. Con l’approvazione di tale legge il Legislatore ha previsto, all’articolo 3, l’istituzione presso AGENAS dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, per conferire, a livello nazionale, sistematicità alle azioni e raccomandazioni in tema di sicurezza, al monitoraggio del contenzioso, al monitoraggio degli eventi avversi e degli eventi sentinella. L’obiettivo è stato duplice ovvero quello di promuovere, da un lato, standard sempre più elevati di qualità e sicurezza delle cure e, dall’altro, contenere i rischi assicurativi per le organizzazioni sanitarie e i singoli professionisti ed evitare l’ingenerarsi del fenomeno della medicina difensiva con conseguente aggravio dei costi (e degli sprechi) sul sistema.

L’istituzione presso l’Agenzia dell’Osservatorio giunge a coronamento delle attività che essa conduce già in ambito di gestione del rischio clinico in virtù di due specifici atti: la Deliberazione della Conferenza Unificata del 20 settembre 2007 sugli indirizzi per l’attività dell’AGENAS e l’Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008 i quali prevedono che l’Agenzia oltre a svolgere “le funzioni di Osservatorio Nazionale sui Sinistri e Polizze Assicurative, a cui affluiscono i dati sui Sinistri e Polizze Assicurative, esegua “le funzioni di Monitoraggio delle Buone Pratiche per la sicurezza delle cure”. Il successivo DM dell’11 dicembre 2009, recante l’istituzione del Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità (SIMES), specifica ulteriormente il ruolo dell’AGENAS nella gestione delle informazioni relative alle denunce dei sinistri rilevate dalle Organizzazioni Sanitarie sotto il coordinamento delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano.

In particolare, l’AGENAS:

  • accede alle informazioni relative al contenzioso trasmesse annualmente al SIMES dalle Regioni e Province Autonome;
  • verifica, elabora e diffonde le suddette informazioni secondo modalità condivise con il Comitato Tecnico delle Regioni per la sicurezza dei pazienti;
  • predispone una relazione annuale per il Ministro della Salute

Tali attività già vengono svolte da AGENAS in stretta collaborazione con il Ministero della Salute e con le Regioni e in collegamento con i principali network internazionali in materia di patient safety.

Con la legge 24/2017 si rafforza, dunque, ulteriormente il ruolo dell’Agenzia, grazie all’istituzione di un Osservatorio unico nell’ambito del quale far confluire tutti i dati relativi a rischi, eventi avversi ed eventi sentinella, all’entità e alla tipologia dei sinistri, alla frequenza e all’onere finanziario del contenzioso e che rappresenta un’ulteriore risposta alle raccomandazioni OCSE che ha definito l’Italia un esempio da seguire nel processo di individuazione degli eventi avversi e di condivisione delle buone pratiche, per superare l’approccio frammentario alla sicurezza del paziente ancora presente in molti Paesi europei.

All’insediamento presso AGENAS dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, previsto dall’art. 3 della legge 24/2017 e istituito con Decreto del Ministero della Salute del 29 settembre 2017, hanno preso parte i componenti previsti dall’art. 1, comma 2, del DM, nominati con successivo Decreto del Ministero della Salute del 17 gennaio 2018, nonché, su indicazione del Ministro, i rappresentanti della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e della Federazione Nazionali degli Ordini delle Professioni Infermieristiche. Sulla base delle priorità rappresentate dai componenti dell’Osservatorio sono stati istituiti i sei gruppi tematici di seguito elencati, per ciascuno dei quali è stato individuato come relatore un componente dell’Osservatorio.

Gruppo di lavoro n. 1: Glossario, Fonti Informative e indicatori. Nel corso della riunione di insediamento del Gruppo è stato presentato un piano di lavoro, cadenzato secondo le date stabilite per le riunioni plenarie dell’Osservatorio. Si è, inoltre, stabilito di lavorare alla realizzazione delle attività attraverso la creazione di ulteriori 3 sottogruppi:

– sottogruppo glossario, i cui relatori sono la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute e AGENAS.

Il sottogruppo ha lavorato all’aggiornamento e all’integrazione dei contenuti del Glossario per la sicurezza delle cure elaborato dal Ministero della Salute (2006). I lavori sono stati realizzati attraverso la revisione di diversi set di termini, selezionati tra quelli citati nella Legge 24/2017 e nel DM 29 settembre 2017, e attraverso l’inserimento di nuovi termini ritenuti utili allo svolgimento dei lavori dell’Osservatorio, seppur non presenti nei provvedimenti sopra menzionati. Tale sottogruppo è attualmente impegnato nell’integrazione del glossario della sicurezza delle cure con le definizioni in uso in specifici ambiti tematici e corrispettivi sistemi informativi, considerati utili ai fini della valutazione della sicurezza (es. sistema trasfusionale).

– sottogruppo fonti informative, i cui relatori sono la Direzione Generale della Digitalizzazione e del sistema informativo sanitario e della statistica del Ministero della salute, la Regione Emilia Romagna. Il sottogruppo ha lavorato alla ricognizione di tutte le fonti informative esistenti nel nostro Paese e facenti capo ad Enti che compongono l’Osservatorio, potenzialmente utili alla valutazione e al monitoraggio della sicurezza.

– sottogruppo indicatori, il cui relatore è AGENAS

Ha provveduto alla mappatura di tutti gli indicatori calcolati routinariamente per ciascuna delle fonti censite e alla selezione di un set di indicatori calcolati a partire dalle diverse fonti informative per il primo anno di attività. È in corso una procedura “collaborativa” di selezione degli indicatori che prende in considerazione, oltre ai criteri di rilevanza e fattibilità, l’affidabilità, la validità e la confrontabilità a livello internazionale.

Gruppo di lavoro 2- Linee di indirizzo per la prevenzione e gestione del rischio e per il monitoraggio delle buone pratiche, i cui relatori sono la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute e AGENAS. Ha identificato la call for good practice, realizzata annualmente da AGENAS a partire dal 2008, lo strumento più adeguato all’individuazione delle misure per la prevenzione e la gestione del rischio sanitario si è inoltre ritenuto di focalizzare la raccolta delle buone pratiche per l’anno 2018 sulla sicurezza dei professionisti sanitari e sul miglioramento della sicurezza nella terapia farmacologica. Il gruppo di lavoro ha predisposto, sulla base delle rilevazioni effettuate dagli altri gruppi, le linee di indirizzo annuali per il miglioramento della sicurezza nel nostro Paese. Inoltre, ha presentato all’Osservatorio, che ne ha espresso approvazione, una specifica procedura per l’avvalimento delle società scientifiche e delle associazioni tecnico scientifiche delle professioni sanitarie (art. 3 legge 24/2017; art. 2 co. 3 DM 29 settembre 2017) per garantire il mantenimento della piena operatività dell’Osservatorio nonché la trasparenza e l’imparzialità nell’individuazione dei soggetti collaboratori dello stesso.

Gruppo di lavoro 3 – Fabbisogno formativo, indicatori di monitoraggio per la formazione, linee di indirizzo per la formazione, il cui relatore è la prof.ssa Roberta Siliquini, già Presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha delineato lo stato dell’arte della governance regionale e aziendale in materia di rischio clinico, nonché l’offerta e i fabbisogni formativi in tema di rischio clinico nei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia. È in corso un approfondimento della rilevazione effettuata nei corsi dei laurea in medicina e chirurgia e un’estensione della stessa presso i corsi di laurea delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, della riabilitazione, tecniche e della prevenzione.

Gruppo di lavoro 4 – Strategie e programmi per gli scambi in ambito europeo e internazionale dell’Osservatorio, i cui relatori sono la Regione Toscana e la Regione Friuli Venezia Giulia; il Gruppo ha lavorato a una ricognizione dei provvedimenti normativi in materia di sicurezza del paziente in vigore negli altri Paesi, nonché delle strategie e dei programmi per il miglioramento della sicurezza e dei flussi di dati inerenti la sicurezza del paziente di livello nazionale trasmesse dagli Enti componenti l’Osservatorio alle organizzazioni internazionali. Il Gruppo ha, inoltre, promosso l’implementazione di interventi in linea con la campagna dell’OMS “Medication without harm” partendo da una ricognizione sullo stato dell’arte delle iniziative in materia di sicurezza nella terapia farmacologica poste in essere dalle aziende sanitarie italiane, realizzata attraverso la banca dati AGENAS delle buone pratiche

Al fine di favorire il confronto a livello internazionale sui temi della qualità dell’assistenza e della sicurezza del paziente, il Gruppo di Lavoro 4 ha preso parte all’evento organizzato da AGENAS e volto a creare un’occasione di incontro tra Agenzie europee che svolgono compiti analoghi. Obiettivo dell’incontro è stato quello di condividere le esperienze e i programmi per il miglioramento della sicurezza messi in atto dalle diverse Agenzie, al fine di valutare le eventuali possibilità di collaborazione.

L’evento, svoltosi presso la sede AGENAS, ha previsto una prima giornata di presentazione delle Agenzie, del contesto operativo e delle funzioni ad esse attribuite. Nel corso della seconda giornata è stato dato ampio spazio all’illustrazione delle attività sinora realizzate dai Gruppi di lavoro costituitisi in seno all’Osservatorio. Sono state, inoltre, presentate le esperienze realizzate dagli altri Paesi per il miglioramento della sicurezza e la gestione del rischio.

Gruppo di lavoro 5- Modelli di gestione del contenzioso e aspetti medico legali: il cui relatore è la Regione Veneto; si è provveduto a definire lo strumento attraverso cui effettuare la rilevazione dei modelli di gestione del contenzioso adottati dalle Regioni e dalle aziende. La rilevazione e l’analisi dei dati è stata realizzata nel primo semestre 2019 in parallelo ad uno studio comparato di livello internazionale.

Gruppo di lavoro 6 – Comunicazione delle buone pratiche, il cui relatore è AGENAS, ha lavorato all’elaborazione del logo dell’Osservatorio, alla definizione dell’architettura del portale dell’Osservatorio, di cui è attualmente in corso lo sviluppo, e alla produzione di un glossario destinato ai cittadini, in collaborazione con le principali associazioni dei cittadini.

Ai sensi dell’art. 2 lettera g) del DM 29 settembre 2017, il 31 dicembre 2018 è stata trasmessa la relazione annuale al Ministro della Salute, composta da tre documenti. Il primo contiene la relazione sintetica delle complessive attività svolte dall’Osservatorio a partire dalla riunione di insediamento tenutasi il 22 marzo 2018 (executive summary) nonché un riepilogo delle attività e dei principali risultati conseguiti dai sei gruppi di lavoro in cui l’Osservatorio si è organizzato, curato dai relatori individuati per ciascun gruppo di lavoro. Alla relazione sintetica è allegata una relazione di dettaglio delle attività e dei risultati conseguiti da tutti i gruppi di lavoro, articolata in due documenti separati (prima e seconda parte). In appendice alla seconda parte dell’allegato, sono inoltre riportati i verbali delle riunioni plenarie dei membri dell’Osservatorio in base alla composizione prevista dal DM 29 settembre 2017 (art.1) nonché i resoconti di tutti gli incontri dei gruppi di lavoro.

La relazione è stata trasmessa al Parlamento dal Ministro della salute il 25 febbraio 2019 e assegnata alla 2ª Commissione permanente (Igiene e sanità) del SENATO il 27 febbraio 2019.

All’ultima riunione plenaria del 25 giugno 2019 si è valutata l’opportunità di costituire ulteriori gruppi di lavoro finalizzati ad affrontare problematiche applicative della legge 24/2017 in relazione alla sicurezza dei pazienti e delle cure.

  • Attività formative

Come noto, gli indirizzi della Conferenza Unificata espressi ai sensi dell’articolo 9, comma 2, lettera g), del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 prevedono che “L’AGENAS favorisce e supporta la pianificazione, la gestione e la valutazione di strategie, ricerche e percorsi formativi finalizzati all’empowerment degli amministratori locali, delle comunità ed allo sviluppo delle competenze del personale dipendente degli enti locali coinvolto nelle attività di integrazione socio – sanitaria, in linea con gli indirizzi internazionali, nazionali e delle regioni in tema di sviluppo delle competenze”.

Pertanto, l’Agenzia ha posto tra le proprie strategie di azione anche per l’anno 2018, il potenziamento della formazione intesa come accrescimento e qualificazione del capitale professionale nei diversi settori di competenza.

In linea con la mission di AGENAS e con quanto previsto dalle disposizioni normative, regolamentari e pattizie vigenti, nonché dal nuovo Statuto, negli ultimi anni sono stati ideati nuovi percorsi formativi che hanno reso necessario la strutturazione di un Ufficio Formazione, quale centro di professionalità e competenze dell’Agenzia finalizzato a consentire di realizzare in modo stabile e continuativo attività di formazione.

Tra le iniziative di rilievo va evidenziata la collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione nella realizzazione del Corso di Formazione e aggiornamento dei componenti degli Organismi indipendenti di valutazione (OIV) della performance delle strutture del SSN, iscritti nell’Elenco nazionale di cui al d.M. del 02.12.2016. Obiettivo del corso è quello di specializzare e aggiornare le competenze professionali dei soggetti iscritti nell’Elenco nazionale dei componenti degli Organismi indipendenti di valutazione della performance di cui al Decreto del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione del 2 dicembre 2016, garantendo l’allineamento metodologico nell’esercizio delle funzioni. Per tale percorso formativo si rappresenta che l’AGENAS ha ottenuto il riconoscimento da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché l’accreditamento dalla SNA.

Inoltre, la programmazione e la previsione del Corso Misurazione, analisi e valutazione delle performance nel SSN, è direttamente consequenziale al ruolo di AGENAS nel sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie, confermato da ultimo dall’art. 1, comma 513, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, laddove statuisce che l’Agenzia “… realizza, a supporto del Ministero della salute e delle regioni e province autonome, un sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie che segnali, in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti relativamente alle componenti economico-gestionale, organizzativa, finanziaria e contabile, clinico assistenziale, di efficacia clinica e dei processi diagnostico-terapeutici, della qualità, della sicurezza e dell’esito delle cure, nonché dell’equità e della trasparenza dei processi…”. Il corso, che si prefigge di sviluppare una comunità di professionisti, esperti sui temi della misurazione e valutazione delle performance delle strutture sanitarie, ha l’obiettivo di rafforzare le conoscenze e le competenze dei professionisti chiamati ad interagire con i sistemi di monitoraggio della complessità del servizio sanitario per la misurazione e il controllo dell’efficacia, efficienza ed economicità di gestione, nonché della qualità e della sicurezza dei servizi offerti e delle cure.

Sono state progettate le seguenti attività formative:

– Corso di formazione manageriale in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria ai sensi dell’art. 3 bis, comma 4 del D.lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e s.m., per l’accesso all’Elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale ai sensi del D.lgs. 4 agosto 2016, n.171 e s.m.

Il corso, nel rispetto della funzione che la norma attribuisce ad AGENAS, quale struttura di supporto alle Regioni nell’attivazione dei corsi di formazione delle figure di governance delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del SSN, è rivolto a coloro che hanno intenzione di iscriversi all’elenco nazionale degli idonei al conferimento dell’incarico di Direttore Generale, ai sensi del decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, e successive modificazioni.

Inoltre, è stata richiesta la prosecuzione del Corso di alta formazione analisi in management per funzioni organizzativo-gestionali delle professioni infermieristiche, realizzato da AGENAS e dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, FNOPI, prevedendo un ampliamento dei contenuti e maggiore numerosità e corposità dei moduli formativi arricchiti da un taglio manageriale in linea con le esigenze formative manifestate dalla Federazione. La nuova collaborazione instaurata nel corso del 2018 con la Federazione nazionale degli Ordini della professione di Ostetrica, FNOPO, ha delineato la possibilità di collaborazioni per l’avvio di un percorso formativo da realizzare in partenariato; l’Agenzia ha indicato le macro-aree formative su cui articolare il percorso mentre la FNOPO si è impegnata ad individuare all’interno di esse quelle ritenute più di interesse per la professione di ostetrica.

Di seguito si riporta una descrizione più specifica delle iniziative formative avviate dall’Agenzia:

– Corso di formazione in tema di Analisi e valutazione delle performance delle aziende sanitarie, istituito dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali nell’ambito delle proprie attività istituzionali e strategiche e del Protocollo d’intesa con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

Il corso, progettato e gestito completamente da AGENAS, ha sviluppato gli argomenti utili al trasferimento di conoscenze specifiche e dettagliate sulle principali fasi inerenti al ciclo di gestione della performance nelle strutture del SSN, con particolare focus sulla definizione degli esiti delle diverse unità organizzative e dei relativi servizi in relazione agli aspetti economici.

Destinatari: Laureati con esperienza nei sistemi di misurazione e valutazione delle performance ma in ambiti professionali differenti da quello sanitario. Laureati con una limitata conoscenza del sistema di tutela della salute e vogliono caratterizzare il profilo professionale in ambito sanitario.

Durata: 363 ore

– Corso di formazione di II livello e addestramento su analisi e Valutazione delle performance delle aziende sanitarie per professionisti valutatori esperti – I^ Edizione.

In riferimento alle specificità delle aziende sanitarie, il programma del corso ha approfondito i temi dell’analisi delle dimensioni delle performance secondo lo schema dell’appropriatezza, efficacia, efficienza, costi e degli indicatori utilizzabili, implicazioni decisionali e discussioni di casi. Sono stati ripresi i concetti di performance, gli elementi che la compongono, i processi ai quali si applica, le problematiche di utilizzo. In particolare, sono stati affrontati i temi delle comparazioni tra i dati oggetto di analisi nel tempo e delle comparazioni tra diverse aziende.

Destinatari: Dirigenti, responsabili e referenti che svolgono attività legate alla pianificazione e programmazione degli obiettivi e, più in generale, al ciclo di gestione della performance di strutture sanitarie e intendono integrare e completare il loro livello di competenze sul tema – Esperti sui temi della valutazione delle performance.

Durata: 113 ore

– Corso di formazione per il personale ispettivo iscritto nel Registro organizzato da ANAC di cui all’art.1 dell’Atto integrativo del 26/07/2016 al Protocollo di Intesa ANAC – Ministero della Salute del 21/04/2016

La didattica del corso è stata orientata principalmente ad approfondire e a mettere in campo tutti gli strumenti per monitorare e valutare le aree a più elevato rischio di eventi corruttivi e/o connotate da un rischio specifico di inappropriatezza organizzativa e inefficienza amministrativa e gestionale e quindi di sprechi di risorse pubbliche: dalle aree di rischio generale come i contratti pubblici, gli incarichi e le nomine, la gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio, alle aree di rischio specifiche come le sperimentazioni cliniche e le attività conseguenti al decesso in ambito ospedaliero, i rapporti con i soggetti privati, la valutazione e la ricerca su farmaci, dispositivi medici e altre tecnologie, l’attività liberoprofessionale e le liste di attesa.

Destinatari: Iscritti al Registro del personale ispettivo istituito presso l’ANAC, per il 50% circa dell’AGENAS e per il 50% circa del Ministero della Salute, gli ispettori di ANAC e una delegazione di Carabinieri del Comando Generale dei NAS.

Durata : 63 ore

– Corso di formazione di II livello e addestramento su Analisi e valutazione delle performance delle aziende sanitarie per professionisti valutatori esperti – II^ Edizione

La seconda edizione del corso ha riproposto e integrato i temi del monitoraggio e della valutazione delle performance. Il programma ha approfondito i temi della qualità dei processi di erogazione dei servizi e delle prestazioni, della trasparenza, come capacità di render conto ai diversi portatori e gruppi di interesse, interni ed esterni all’organizzazione, dell’efficacia (come rapporto tra risultati ed obiettivi) e l’economicità (come capacità, nel lungo periodo, di soddisfare in modo adeguato i bisogni della comunità di riferimento).

Destinatari: Dirigenti, responsabili e referenti che svolgono attività legate alla pianificazione e programmazione degli obiettivi e, più in generale, al ciclo di gestione della performance di strutture sanitarie e intendono integrare e completare il loro livello di competenze sul tema – Esperti sui temi della valutazione delle performance.

Durata: 91 ore

– Corso di formazione per i Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale – I^ Edizione

Il corso ha affrontato le tematiche specifiche per favorire la rapida acquisizione della metodologia e degli strumenti operativi in uso presso ciascuna Amministrazione per la conduzione delle attività dei team ispettivi, per un coerente approccio degli stessi in relazione a situazioni analoghe e per consentire la confrontabilità dei dati e delle risultanze dell’analisi tra i vari contesti locali oggetto di verifica e tra questi e il benchmark nazionale.

Destinatari: Responsabili per la prevenzione della corruzione e della trasparenza impegnati in strutture sanitarie nelle attività di controllo sull’adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente.

Durata: 66 ore

– Corso di alta formazione analisi in Management per funzioni organizzativo gestionali delle professioni infermieristiche – Protocollo di intesa AGENAS – FNOPI (ex IPASVI) – I^ Edizione

Il corso ha rappresentato un’esperienza pilota nella formazione delle professioni infermieristiche. I contenuti sono stati focalizzati sugli aspetti gestionali dell’organizzazione dei piani di assistenza e cura, sull’efficacia e l’efficienza di alcune leve di cambiamento necessarie per il miglioramento della qualità. Una parte significativa delle lezioni è stata dedicata agli aspetti reazionali e di governo delle risorse professionali.

Destinatari: Professioni infermieristiche con laurea di primo livello o specialistica

Durata: 80 ore

– Corso di formazione per gli Organismi Indipendenti di Valutazione (OIV) degli enti del Servizio sanitario nazionale nell’ambito del Protocollo di intesa AGENAS-SNA.

Il corso è stato articolato in quattro moduli focalizzati sulla trattazione degli specifici processi che gli OIV incaricati in strutture sanitarie devono valutare. È stato previsto un approfondimento sulle norme in materia di trasparenza e anticorruzione, sugli aspetti organizzativi tipici della complessità delle organizzazioni che erogano sanitari, sui sistemi di misurazione e analisi delle performance e sul profilo contrattuale delle tipologie di professionisti coinvolti.

Destinatari: Iscritti all’Elenco Nazionale dei componenti degli Organismi Indipendenti di Valutazione della Performance di cui al DM 22.12.16.

Durata: 40 ore

– Corso di formazione in Monitoraggio, Analisi e Valutazione delle Performance

Il corso è articolato in quattordici moduli che in maniera analitica trattano i temi della misurazione e valutazione della performance in una struttura sanitaria. Lezioni specifiche e associate a momenti laboratoriali avranno l’obiettivo di dettagliare le principali fasi inerenti il ciclo di gestione della performance nelle strutture del SSN, con particolare focus sulla definizione degli obiettivi gestionali e soprattutto sugli indicatori per la misurazione e valutazione dei risultati.

Destinatari: Personale degli Assessorati e delle Agenzie Regionali per la sanità; dirigenti, responsabili e referenti che svolgono attività legate alla pianificazione e programmazione degli obiettivi, al ciclo di gestione della performance di strutture sanitarie e intendono integrare e completare il loro livello di competenze sul tema; laureati che hanno già esperienza nei sistemi di misurazione e valutazione delleperformance ma in ambiti professionali differenti da quello sanitario; laureati che hanno una limitata conoscenza del sistema di tutela della salute e vogliono caratterizzare il profilo professionale in ambito sanitario.

Durata: 200 ore

– Corso di Perfezionamento in Leadership in Sanità

Il corso intende sviluppare una didattica integrata con lezioni frontali e momenti esperienziali, finalizzata a contestualizzare su casi studio specifici delle organizzazioni sanitarie i temi correlati alla leadership. Saranno affrontati i temi della dimensione relazionale, del ruolo gestionale, degli aspetti della comunicazione e della funzione motivante nella direzione dei gruppi di lavoro e nei processi di change management.

Destinatari: Il corso si rivolge a tutti coloro che, all’interno di organizzazioni che si occupano della salute dell’uomo, hanno o aspirano ad avere un ruolo di leadership nella gestione del cambiamento, nel coordinamento di risorse umane ed economiche, nella promozione tecnologica ed etica delle innovazioni.

Durata: 78 ore

– Corso di formazione in Management per funzioni organizzativo gestionali delle professioni infermieristiche.

Il programma del corso affronta i temi classici del management aziendale, per lo sviluppo delle competenze necessarie ad orientare e governare sia i processi assistenziali tipici di una certa area clinica,sia problemi organizzativi di struttura. Gli argomenti affrontati concorrono a potenziare le competenze per nella relazione interpersonale, negli aspetti economico-finanziari, nel monitoraggio e la valutazione dei risultati ottenuti.

Destinatari: Professioni infermieristiche con laurea di primo livello o specialistica

Durata:100 ore

  • Il Programma triennale di ricerca corrente 2016 – 2018

A seguito dell’approvazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) del Programma di ricerca corrente 2016-2018 redatto dal Direttore generale di AGENAS, il Ministero della salute ha attribuito un finanziamento alla medesima pari a €. 850.000,00 su base annua.

Le Linee di ricerca individuate, ispirate al quadro normativo, regolamentare, pattizio e di indirizzo vigente e, avuto riguardo della correlazione delle stesse con gli indirizzi espressi dalla Conferenza Unificata con la deliberazione del 19 giugno 2003 e del 20 settembre 2007, adottata ai sensi dell’articolo 9, comma 2, lettera g) del D. Lgs 28 agosto 1997, n. 281, costituiscono le direttrici del Programma triennale delle attività di ricerca corrente che l’AGENAS prevede di sviluppare nel triennio 2016-2018.

Molte delle attività si collocano all’interno della cornice degli impegni assunti tra lo Stato e le Regioni con il Patto per la salute 2014-2016, per i quali è previsto che l’Agenzia assuma una funzione propulsiva e, per gli ambiti afferenti alle proprie attribuzioni affidate dalla legge, di coordinamento istituzionale.

Centrale, nel quadro di tali funzioni, è il sistema di analisi, monitoraggio e di valutazione delle performance delle attività sanitarie, delle strutture e dei servizi, finalizzato a rilevare e ridurre disomogeneità di accesso e disuguaglianze nell’erogazione dell’assistenza sanitaria ai cittadini nel contesto del sistema sanitario nazionale, connesse alle diverse modalità organizzative e gestionali dei singoli contesti regionali.

In particolare, in linea con i più recenti indirizzi strategici e programmatici di AGENAS, approvati dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente sulla base delle proposte formulate dal Direttore generale, nella seduta del 19 marzo 2015, le Linee di attività indicate dal Programma sono state orientate sia allo sviluppo di attività già avviate e/o consolidate, sia alla strutturazione di iniziative che troveranno ulteriore espansione nel corso del triennio considerato in relazione all’evolversi del contesto normativo di riferimento.

Si è dato corso allo sviluppo delle proposte progettuali sulle diverse Linee di ricerca del Programma ed è stata trasmessa al Ministero della salute la comunicazione di avvio delle relative attività.

Il settore della ricerca di AGENAS è stato interessato da un profondo processo di cambiamento che ha innescato una crescita graduale della qualificazione delle relative attività che si è concretizzata:

  • nella riorganizzazione complessiva delle attività di ricerca di AGENAS verso obiettivi più aderenti al mandato istituzionale dell’Agenzia e alle sue funzioni strategiche definite dal contesto normativo, regolamentare e di indirizzo nazionale a supporto di Ministero e Regioni;
  • nella pianificazione, per la prima volta su base pluriennale, delle attività di Ricerca Corrente e nella contestuale valorizzazione delle relazioni funzionali tra le diverse linee di programmazione e tra queste e le attività istituzionali;
  • nell’individuazione delle priorità di interventi, privilegiando quelli finalizzati alla pronta trasferibilità ai vari contesti organizzativi per il miglioramento dell’offerta dei servizi rivolti al cittadino;
  • nella messa a punto di una metodologia di lavoro consistente nel confronto periodico con i responsabili di Linea e delle singole attività progettuali al fine del monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività, di conoscenza partecipata delle criticità e di condivisione delle soluzioni per il loro superamento;
  • nella rivisitazione dei requisiti professionali del profilo di “ricercatore” afferente all’area tematica specificamente dedicata all’attività di ricerca dell’Albo degli esperti e dei collaboratori di AGENAS, Area 5: “Ricerca e dei Rapporti Internazionali” e nella conseguente mappatura dei profili professionali rispondenti ai suddetti requisiti;
  • nell’inserimento nei progetti di una quota dedicata alla formazione di giovani ricercatori, quale ulteriore segno di una politica di investimento e di valorizzazione del capitale professionale interno e conseguente costituzione di gruppi di lavoro aggregati per tema e competenze con lo scopo anche di creare le condizioni per rafforzare l’acquisizione di competenze specifiche da parte di risorse giovani;
  • nell’avvio del percorso finalizzato all’accreditamento della rivista Monitor di AGENAS attraverso un piano articolato in diversi step procedurali e operativi.

Gli interventi, nel loro insieme, muovono dall’obiettivo generale di una maggiore caratterizzazione delle attività di ricerca di AGENAS prevalentemente orientata agli aspetti organizzativi e gestionali dei sistemi sanitari regionali e del sistema sanitario nel suo complesso.

Questa nuova prospettiva trova già espressione nel Piano Nazionale della Ricerca 2017-2019 approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni del 21 settembre 2017 e valorizza il contributo che ciascuno degli enti istituzionali di ricerca, nell’ambito delle proprie prerogative, può singolarmente e in collaborazione con gli altri enti, offrire nella crescita e nello sviluppo dell’innovazione del sistema.

In tale contesto, sono proseguite le attività relative sia alle progettualità attivate nel 2017, sia a quelle avviate nel corso del 2018 e nello specifico:

– Linea 1 – Assistenza territoriale agli anziani non autosufficienti: sistemi di classificazione, appropriatezza, costi. Progetto: Realizzazione di un sistema avanzato di monitoraggio delle performance degli IRCCS;

– Linea 3 – Sviluppo del Programma Nazionale di Valutazione degli Esiti (PNE). Progetto: Valutare il grado di sviluppo dell’accreditamento istituzionale e il suo impatto sulle performance delle strutture di ricovero ospedaliere;

– Linea 6 – Disuguaglianze e sostenibilità – Monitoraggio dei bisogni di salute e dei relativi costi Analisi e valutazione delle disuguaglianze geografiche determinate dal mancato rispetto dei LEA e delle diverse disponibilità di risorse economiche da parte delle regioni italiane. Progetto: Sviluppo di indicatori di diseguaglianza e di equità finalizzati alle attività di monitoraggio dei sistemi e dei servizi sanitari;

– Linea 7 – Umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura. Progetto: Costruzione di un Programma nazionale per il monitoraggio ed il miglioramento del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero per acuti, basato sulla valutazione partecipata;

– Linea 8 – Analisi, studio e sviluppo di modelli organizzativi e di governance e del loro impatto sull’efficienza gestionale e sull’efficacia clinica. Progetto: Proposta per la definizione di modelli organizzativi che privilegino il lavoro in équipe multidisciplinare e multi-professionale all’interno di percorsi assistenziali di rete.

– Linea 9 – Monitoraggio, valutazione e miglioramento della qualità e della sicurezza delle organizzazioni sanitarie e diffusione delle buone pratiche. Progetto: Valutazione e monitoraggio dei rischi e degli eventi avversi: progettazione, sviluppo e sperimentazione di un sistema nazionale;

– Linea 11 – Analisi e valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA). Progetti: “Screeneon- Screening neonatale esteso alle malattie metaboliche ereditarie” e “Sistema monitoraggio Programma nazionale HTA e dei Dispositivi Medici – PRONHTA”;

– Linea 12 – Razionalizzazione e sostenibilità dei consumi energetici e monitoraggio della spesa per la manutenzione degli immobili del Servizio Sanitario Nazionale. Progetto: Razionalizzazione e sostenibilità dei consumi energetici e monitoraggio della spesa per la manutenzione degli immobili nel SSN.

  • Supporto all’ Osservatorio Nazionale per la Formazione Medico Specialistica.

Nel contesto dei lavori di revisione del sistema di accreditamento delle scuole di specializzazione di area sanitaria alla rete formativa, oggetto dello schema di decreto interministeriale attuativo n. 68 del 4.2.2015, su richiesta del Presidente dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Medico Specialistica ho avviato una collaborazione istituzionale orientata specificamente, in ragione delle competenze di AGENAS nei processi di analisi, valutazione e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie nonché di formazione e ricerca, ad integrare con indicatori di qualità e di performance assistenziale, gli standard delle strutture e i requisiti della rete formativa delle Scuole di Specializzazione di area sanitaria, quali strumenti utili ad effettuare il monitoraggio della qualità della formazione specialistica ad opera del medesimo Osservatorio e degli Osservatori regionali. Il predetto Organo nazionale, come noto, è chiamato infatti, nell’ambito del proprio mandato istituzionale in un contesto di riqualificazione del percorso formativo post-laurea in linea con la normativa comunitaria, avviato con il Decreto Interministeriale 4 febbraio 2015, n.68 di “Riordino scuole di specializzazione di area sanitaria”, a definire i criteri di accreditamento della rete formativa e quindi i requisiti di idoneità/qualitativi delle singole strutture sedi di scuole di specializzazione.

L’Agenzia è stata chiamata, quindi, su concorde posizione del Ministro della salute pro tempore, ad offrire il proprio contributo all’accrescimento complessivo della rete formativa e assistenziale, in una logica di coerenza anche con le innovazioni normative e regolamentari in tema di standard delle attività ospedaliere e territoriali introdotte dal D.M. 70/2015, nel presupposto che è interesse generale perseguire il comune obiettivo di elevare i livelli di performance della rete formativa a beneficio della qualità della formazione specialistica dei medici del nostro SSN, attraverso l’individuazione di un set di indicatori e standard condivisi di valutazione.

Il coinvolgimento dell’Agenzia, senza alcun onere a carico dell’Osservatorio, si è sostanziato pertanto nel supporto tecnico-metodologico, diretto e coordinato dallo scrivente, riguardo alla selezione degli indicatori di performance quali-quantitativi più adeguati allo scopo.

Pertanto, in virtù di quanto previsto dall’art. 4 del Decreto Interministeriale MIUR-Ministero della Salute n.402 del 13 giugno 2017, attuativo del D.I. n.68/2015, e, nello specifico dall’allegato n. 4 al predetto decreto interministeriale, l’Osservatorio Nazionale della Formazione Medico Specialistica si è avvalso delle competenze specifiche di AGENAS per l’individuazione e valorizzazione di indicatori di performance assistenziale da utilizzarsi a cura dello stesso Osservatorio, insieme con gli altri strumenti di valutazione per gli aspetti formativi e di ricerca, per il monitoraggio della qualità della formazione specialistica, nonché per la valutazione dei presupposti di accreditamento delle strutture/unità operative nelle rete formativa, ai fini della conseguente formalizzazione della proposta al Ministero della salute – Direzione generale delle Professioni sanitarie e delle Risorse umane del SSN- competente al rilascio del provvedimento definitivo.

Nello specifico, il coinvolgimento di AGENAS si è sostanziato nel supporto tecnico-metodologico riguardo alla selezione degli indicatori di performance assistenziale quali-quantitativi più consolidati da cui estrapolare un set di indicatori trasversali e specifici per disciplina utilizzabili a livello di singola unità operativa di ricovero. Ne deriva, in buona sostanza, che AGENAS ha costituito, esclusivamente per la parte assistenziale, in raccordo con il Ministero della salute cui afferiscono i flussi del NSIS, lo strumento tecnico attraverso il quale sono stati forniti, su richiesta dell’Osservatorio e del MIUR, prima ancora che venissero inserite e rese note nella Banca dati CINECA, le strutture/unità operative indicate dagli Atenei come candidabili all’accreditamento alla rete formativa delle scuole di specializzazione, gli indicatori e i relativi standard; successivamente alla apertura della Banca dati e al conferimento dei record delle strutture/unità operative da analizzare, sono stati applicati alle stesse gli indicatori e i relativi pesi con l’indicazione dei valori fuori dalla soglia per ogni conseguente valutazione dell’Osservatorio.

Nei futuri sviluppi della nuova disciplina introdotta dal predetto decreto ministeriale 13 giugno 2017, è previsto un periodico aggiornamento del panel degli indicatori di performance assistenziale per il quale l’Allegato 4 al suddetto decreto richiama il supporto di AGENAS.

A seguito dell’avvenuta pubblicazione del suddetto decreto ministeriale 13 giugno 2017 e della definizione del processo di valutazione da parte dell’Osservatorio Nazionale del possesso dei requisiti delle strutture indicate dagli Atenei, con riferimento, rispettivamente, alla didattica e alle performance assistenziali, sottesi al riconoscimento dell’accreditamento alla rete formativa da parte della Direzione generale competente del Ministero della salute, si è proceduto – su proposta congiunta dell’Osservatorio e di AGENAS -, alla definizione di un gruppo di lavoro tecnico misto, finalizzato all’aggiornamento degli indicatori e all’affinamento degli strumenti per la rilevazione e la comparazione dei dati.

A fronte dei 92 indicatori di performance assistenziali proposti e forniti da AGENAS e che formano parte integrante dell’Allegato 4 del decreto ministeriale 13 giugno 2017, in sede di prima applicazione della nuova disciplina e nella prospettiva della graduale implementazione del sistema di valutazione attraverso l’utilizzo dell’impianto degli indicatori di performance assistenziale, è stato richiesto dall’Osservatorio un approfondimento tecnico, con particolare riguardo agli indicatori che presentano una diretta correlazione con la specificità delle singole scuole di specialità e quindi di immediata applicazione a livello di singola unità operativa.

Inoltre, AGENAS ha supportato le attività dell’Osservatorio in due procedimenti valutativi di cui uno, svoltosi nel 2017 e uno nell’anno 2018, fornendo alla banca dati CINECA del MIUR i dati relativi ai predetti indicatori, ove applicabili, di oltre 6000 unità operative/strutture di ricovero ed ha fornito supporto per la redazione tecnica dell’art.1, comma 472, legge n. 160 del 29/12/2019.

  • Umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura

Il tema della “centralità della persona” ha assunto una crescente rilevanza nella governance dei Sistemi Sanitari, testimoniata – da ultimo – dall’adozione da parte dell’Assemblea Mondiale della Sanità (WHA, 2016)[1] di una risoluzione per il rafforzamento dei servizi sanitari integrati e centrati sulle persone. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con servizi sanitari “centrati sulle persone” fa riferimento ad un approccio programmatorio ed organizzativo che adotta la prospettiva degli individui, delle famiglie e delle comunità e guarda a loro sia come beneficiari sia come partecipanti attivi di sistemi sanitari, che rispondono ai loro bisogni e preferenze con un approccio olistico (WHO, 2015)[2].

Un approccio olistico che deve caratterizzare il continuum dell’assistenza sino ad arrivare alle fasi finali della vita, momento in cui la centralità della persona e della sua famiglia si fanno ancora più rilevanti. A tal proposito, è forte il richiamo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità[3] affinché tutti i Paesi includano le cure palliative come una componente essenziale di ogni moderno sistema sanitario, adottando politiche che riconoscano le cure palliative (CP) e la necessità di cure sia alla fine della vita sia durante le malattie progressive: individuando risorse per implementare i servizi, compreso l’accesso ai farmaci essenziali, in particolare antidolorifici; diffondendo la conoscenza dei benefici delle cure palliative da parte degli operatori sanitari.[4] A tal fine l’OMS declina in sintesi nelle seguenti azioni il suddetto obiettivo di sistema:

  • affermare la vita e considerare il morire come evento naturale;
  • non accelerare né ritardare la morte;
  • provvedere al sollievo del dolore e degli altri sintomi;
  • integrare gli aspetti psicologici, sociali e spirituali dell’assistenza;
  • offrire un sistema di supporto per aiutare i pazienti a vivere il più attivamente possibile fino alla morte;
  • offrire un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia e il lutto.In Italia, l’umanizzazione dell’assistenza è da tempo riconosciuta come un obiettivo fondamentale del SSN e riveste oggi un ruolo di primo piano nelle politiche sanitarie italiane. Il Decreto del Ministro della Sanità 15 ottobre 1996 già prevedeva l’adozione in tutte le strutture del SSN di “un insieme di indicatori quale strumento ordinario per la verifica della qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie con riferimento alla personalizzazione e umanizzazione dell’assistenza, al diritto all’informazione…”.

Un obiettivo ribadito come essenziale nel Piano Sanitario Nazionale (PSN) 2006-2008 e confermato negli anni successivi quale obiettivo di carattere prioritario e di rilievo nazionale dallo Stato e le Regioni e riaffermato nell’ambito del Nuovo Sistema Nazionale di Accreditamento, il quale in virtù delle Intese Stato-Regioni del 19/02/2015 e del 20/12/2012, annovera l’umanizzazione tra gli otto criteri di qualità comuni a tutte le Regioni/P.A..

Con il Patto per la Salute 2014-2016, inoltre, le Regioni e le Province autonome si sono impegnate ad attuare “interventi di umanizzazione in ambito sanitario che coinvolgono gli aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza, nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale,” (art.4., comma 1 del Patto per la Salute 2014-2016, Rep. Atti n. 82/CSR del 10/07/2014).

Nel nostro Paese il tema delle Cure Palliative è stato regolato con una specifica normativa di settore che ha visto nella Legge 15 marzo 2010 n. 38 “Disposizioni per Garantire l’Accesso alle cure e alla terapia del dolore”, una delle iniziative legislative tra le più avanzate d’Europa. La Legge 38/2010, per la prima volta, tutela e garantisce “l’accesso alle cure e alla terapia nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza ed assicura il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona, il bisogno di salute, l’equità, l’appropriatezza, la tutela e la promozione della qualità della vita in ogni fase della malattia, in particolare in quella terminale. Per garantire queste cure, in qualunque patologia evolutiva, per ogni età e in ogni luogo, è stato rafforzato lo sviluppo di Reti nazionali e locali che coinvolgono in modo integrato tutte le risorse disponibili sul territorio, comprese le organizzazioni non –profit ed il settore sociale”.[5]

La rilevanza della dimensione dell’umanizzazione nell’erogazione delle cure assume particolare evidenza nelle attività di AGENAS sulla base delle linee strategiche dettate dal Consiglio di amministrazione, costituendo una componente essenziale della qualità dell’assistenza cui l’Agenzia rivolge una azione sistematica di monitoraggio.

L’umanizzazione costituisce, infatti, un aspetto dell’organizzazione sanitaria finalizzato a garantire il recupero della centralità del paziente facendosi carico non solo degli aspetti fisici della malattia ma anche di quelli psicologici relazionali e sociali. L’obiettivo del processo di umanizzazione è quello di assicurare che una organizzazione sanitaria definisca le modalità per rendere i luoghi di cura e le stesse pratiche medico assistenziali “aperti, sicuri e senza dolore”, conciliando politiche di accoglienza, informazione e confort con percorsi assistenziali il più possibile condivisi e partecipati con il paziente.

Lo sviluppo e il monitoraggio dei processi di umanizzazione deve rappresentare la missione comune, in particolar modo, per tutti coloro che ai diversi livelli programmano, pianificano, organizzano e gestiscono l’assistenza, soprattutto nei confronti delle persone che si trovano in determinate condizioni di fragilità, come i malati oncologici, i bambini, gli anziani ed i disabili.

Affinché questo tema non resti sulla carta, è necessario prevedere un monitoraggio sistematico ed integrato, del grado di soddisfazione dei cittadini attraverso l’utilizzo di strumenti di valutazione della qualità percepita, in grado di rilevare eventuali scostamenti della percezione della qualità erogata rispetto a quella “progettata” e consentire, quindi, l’avvio di azioni di miglioramento. L’AGENAS che, come noto, già svolge attività di monitoraggio con riferimento alla qualità delle cure è stato l’unico ente a livello nazionale che abbia effettuato specifiche attività di rilevazione in tema di umanizzazione, prevalentemente in ambito ospedaliero e, più di recente, in alcuni setting di assistenza territoriale.

L’ampia adesione riscontrata in questi anni da parte delle strutture del SSN che hanno fatto propria la definizione adottata da AGENAS, intesa come “L’impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture”, dimostra non soltanto l’interesse delle organizzazioni, attraverso la partecipazione ai progetti di ricerca condotti da AGENAS, a misurarsi su questo tema, ma anche la capacità delle stesse di rilevare informazioni e dati utili per la valutazione della qualità percepita da parte dei pazienti.

Il modello di valutazione promosso dall’Agenzia ha fornito, inoltre, la base per la definizione dei 12 indicatori di umanizzazione utilizzati per la valutazione delle performance nell’ambito dell’azione di affiancamento agli Enti interessati dai Piani di riqualificazione ed efficientamento di cui al comma n. 579 della Legge 28 dicembre 2015.

Si rappresenta, infine, che in alcune Regioni le attività per il miglioramento continuo e partecipato del grado di umanizzazione, costituiscono uno degli obiettivi assegnati ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ed in altre sono entrate a far parte dei progetti regionali predisposti per accedere alle risorse vincolate per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2017 (Intesa Stato Regione del 26/10/2017 – CSR/181).

L’expertise maturata da AGENAS in questi anni – oggetto di pubblicazioni scientifiche e di confronto con esperti nell’ambito di diverse Conferenze internazionali – è infine confluito nelle attività previste dal progetto di Ricerca Corrente 2016-2018 “Costruzione di un Programma nazionale per il monitoraggio ed il miglioramento del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero per acuti, basato sulla valutazione partecipata”, che sono terminate con la produzione di un documento di proposta per l’istituzione di un Programma nazionale permanente sull’umanizzazione con l’intento di rispondere a quanto previsto al punto 5 “Standard generali di qualità” dell’allegato 1 al D.M. 2 aprile 2015, n. 70, laddove si prevedono linee di indirizzo da adottare con Intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni che comprendano anche elementi riconducibili al tema dell’umanizzazione ed assicurino un programma di valutazione sistematico. In considerazione della disponibilità del modulo per la valutazione partecipata della sicurezza del paziente, il Programma nazionale può contribuire anche alle attività dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, previsto all’art. 3 della Legge 24/2017. I dati raccolti nell’ambito del Programma, infine, potrebbero essere messi a disposizione del “Portale della trasparenza dei servizi della salute” (Deliberazione Conferenza Stato-Regioni, Rep. Atti n. 20/CSR del 24/01/2013)

[1] Rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge n. 38 del 15 marzo 2010. “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia alla terapia alla terapia del dolore”. Anno 2015 http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2360_allegato.pdf

[1] WHA (2016), Resolution WHA69.24: Strengthening integrated people-centred health services, Geneva. (http://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA69/A69_R24-en.pdf?ua=1)

[2] WHO (2015), WHO global strategy on people-centred and integrated health services. Interim Report. Geneva. (http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/155002/1/WHO_HIS_SDS_2015.6_eng.pdf?ua=1)

[3] WHA (2014), Resolution WHA67.19: Strengthening of palliative care as a component of comprehensive care throughout the life course, Geneva, (http://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/162863/A67_R19-en.pdf?sequence=1&isAllowed=y)

[4] Atlante globale delle cure palliative al termine della vita, pubblicato congiuntamente dall’OMS e la Worldwide Palliative Care Alliance – Wpca

[5] Rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge n. 38 del 15 marzo 2010. “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia alla terapia alla terapia del dolore”. Anno 2015 http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2360_allegato.pdf

  • Il Programma nazionale di valutazione degli esiti (PNE)

In Italia le prime esperienze relative a programmi di valutazione di esiti tra strutture sanitarie e di comunicazione dei risultati di tali programmi sono state condotte nell’ambito del progetto “Mattoni del SSN – Misura dell’outcome” .

La necessità di consolidare i primi risultati ha indotto nel 2009 il Ministero della salute ad affidare ad AGENAS, nell’ambito del programma CCM per il 2009 e per il 2010, la realizzazione del Progetto «Valutazione della performance: programma di valutazione delle decisioni e delle attività delle strutture sanitarie» (PNE-1 – PNE – 2), con l’ obiettivo di promuovere la costruzione di un quadro di riferimento per la valutazione sistematica della qualità delle cure primarie ai cittadini e dell’assistenza ai pazienti oncologici ai fini del conseguimento di una maggiore efficacia nell’erogazione delle prestazioni e di una maggiore equità nella tutela della salute.

In seguito nell’ambito del CCM 2011, mediante un nuovo accordo di collaborazione, il Ministero della salute ha affidato ad AGENAS, la realizzazione del progetto “Programma Nazionale Esiti (PNE – 3): valutazione degli esiti per la riduzione delle diseguaglianze di accesso a servizi di provata efficacia in popolazioni deboli”, con l’ obiettivo generale di individuare le modalità di implementazione delle valutazioni comparative di esito per migliorare la qualità dell’assistenza primaria e la riduzione delle diseguaglianze nell’accesso alle cure per persone anziane con frattura di femore e per persone con patologie renali croniche.

Nell’estate del 2012 è intervenuto l’articolo 15, comma 25 bis del Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95 recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini“ convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 135”, che ha disposto che “Il Ministero della salute si avvale dell’AGENAS per lo svolgimento delle funzioni di valutazione degli esiti delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. A tal fine, AGENAS accede, in tutte le fasi della loro gestione, ai sistemi informativi interconnessi del Servizio sanitario nazionale di cui al comma 25 dell’art.15 in modalità anonima”.

Successivamente l’art. 4, comma 1 lettera f) del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158 recante, “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, convertito con modificazioni dalla L. 8 novembre 2012, n. 189 ha previsto che “Ciascuna regione promuove, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, un sistema di monitoraggio delle attività assistenziali e della loro qualità finalizzato a verificare la qualità delle prestazioni delle singole unità assistenziali delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, in raccordo con il Programma Nazionale valutazione Esiti dell’AGENAS e con il coinvolgimento dei direttori di dipartimento”.

E’ di tutta evidenza che il legislatore ha affidato negli anni al PNE un sempre crescente e rilevante ruolo proseguito con l’articolo 11, lett. p) della legge 7 agosto 2015, n.124 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” il quale ha stabilito che il sistema di verifica e di valutazione del Direttore Generale tenga conto del raggiungimento degli obiettivi sanitari e dell’equilibrio economico dell’azienda, anche in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e dei risultati del programma nazionale valutazione esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

In questa direzione, il PNE ha assunto centralità anche nella valutazione e nel monitoraggio delle performance clinico – assistenziali, di volumi ed esiti, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi sanitari regionali, in quanto i risultati di tale sistema di valutazione sono utilizzati ordinariamente tra gli indicatori che concorrono alla programmazione sanitaria, alle valutazioni costo – efficacia degli interventi delle strutture erogatrici e dell’operato dei direttori generali.

Ed infatti, il d. lgs. n. 171 del 4 agosto 2016 ha stabilito che la valutazione dei direttori generali delle aziende sanitarie deve tener conto: (…) a) del raggiungimento di obiettivi di salute e di funzionamento deiservizi definiti nel quadro della programmazione regionale, con particolare riferimento all’efficienza, all’efficacia, alla sicurezza, all’ottimizzazione dei servizi sanitari e al rispetto degli obiettivi economico-finanziari e di bilancio concordati, avvalendosi anche dei dati e degli elementi forniti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali; b) della garanzia dei livelli essenziali di assistenza, anche attraverso la riduzione delle liste di attesa e la puntuale e corretta trasmissione dei flussi informativi ricompresi nel Nuovo Sistema Informativo Sanitario, dei risultati del programma nazionale valutazione esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e dell’appropriatezza prescrittiva (…).

Con la legge 28 dicembre 2015, n. 208, istitutiva dei piani di efficientamento e riqualificazione degli enti del SSN che attribuisce ad AGENAS il ruolo di affiancamento (art. 1, comma 579), è ulteriormente valorizzata l’attività di monitoraggio, attraverso la moltiplicazione dei fattori di contesto da analizzare e valutare, tra i quali appunto anche quelli legati alla valutazione degli esiti attraverso il PNE. Il comma 522 dell’articolo 1, prevede infatti che “(…) Gli enti del Servizio sanitario nazionale, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, attivano, altresì, un sistema di monitoraggio delle attività assistenziali e della loro qualità, in raccordo con il sistema di monitoraggio regionale di cui all’articolo 4, comma 4, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e in coerenza con il programma nazionale valutazione esiti, pubblicando entro il 30 giugno di ogni anno i relativi esiti.

Lo stesso atto di indirizzo del Ministero della salute del 23 settembre 2016 per l’individuazione delle priorità politiche per l’anno 2017 conferma l’importanza del Programma Nazionale Valutazione Esiti (PNE) con riferimento all’analisi e alla valutazione dell’assistenza sanitaria in termini di qualità delle cure erogate e lo rafforza quale “strumento a disposizione di aziende e operatori per il miglioramento delle performance e per l’analisi dei profili critici”, anche attraverso l’incremento della trasparenza in favore dei cittadini.

Va inoltre sottolineato che il documento recante il progetto interregionale “Portale della trasparenza dei servizi per la salute ha previsto una diffusione più trasparente e capillare dei dati del PNE, quale strumento strategico e di governance delle strutture sanitarie, nonché una rinnovata specifica struttura tecnico – scientifica ed organizzativa e l’adozione di procedure per la prevenzione e la regolazione del conflitto di interesse.

In particolare, proprio tenuto conto che il Ministero della salute si avvale dell’AGENAS per lo svolgimento delle funzioni di valutazione degli esiti delle prestazioni assistenziali e che per questa attività l’Agenzia utilizza i sistemi informativi interconnessi del NSIS, il Progetto interregionale non ha potuto che confermare la necessità che la struttura organizzativa del PNE fosse costituita all’interno di AGENAS come di seguito riportato:

  • Direzione scientifica, segreteria e coordinamento;
  • Comitato PNE, composto da rappresentanti di Regioni, Province Autonome ed istituzioni scientifiche;
  • Centro di riferimento operativo per la progettazione, gestione, disegno ed analisi dati e gestione sito web;
  • Rete dei programmi regionali di valutazione di esito.

Pertanto, al fine di assicurare ulteriormente il carattere di centralità, terzietà ed obiettività di questo strumento di valutazione, a garanzia di Stato e Regioni, soprattutto alla luce del parere formulato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), si è ritenuto di dover procedere a rivisitare l’impianto organizzativo ridefinendo i livelli di governance della struttura del PNE.

Con delibera del Direttore generale di AGENAS n. 553 del 7 dicembre 2016 (all. n. 1), è stato stabilito che la Direzione scientifica del PNE è costituita all’interno della Direzione generale di AGENAS ed è composta dal Coordinatore delle attività del PNE, individuato tra il personale in servizio presso l’Agenzia, con compiti di coordinamento delle complessive attività operative, ivi comprese quelle di comunicazione e di diffusione del PNE; il Responsabile tecnico del PNE, che di norma coincide con il responsabile del “Centro di riferimento operativo per la progettazione, gestione, disegno ed analisi dati e gestione sito web”, al quale sono affidati compiti di supporto e promozione di proposte metodologiche innovative, integrative, migliorative e correttive da apportare al PNE; la Segreteria del PNE, il Comitato Nazionale PNE ed il Centro di riferimento operativo per la progettazione, gestione, disegno ed analisi dati e gestione del sito web, quest’ultimo individuato dal Direttore generale di AGENAS mediante apposito atto convenzionale, con il quale sono altresì indicate le specifiche attività di supporto da svolgere su specifico indirizzo dell’Agenzia e in costante e stretto raccordo con la stessa.

Conformemente alle citate previsioni, è stata emanata la delibera recante “Ricostituzione del Comitato PNE nella rinnovata denominazione di “Comitato Nazionale del Programma Nazionale Esiti (PNE) e adozione del regolamento per la composizione, i compiti, l’organizzazione e il funzionamento del Comitato Nazionale PNE” che, oltre a stabilire la ricostituzione del Comitato PNE – quale organo rappresentativo oltre che del livello centrale, anche di Regioni, Province Autonome e Istituzioni scientifiche – ha assunto una nuova denominazione più appropriata e rappresentativa della valenza nazionale allo stesso attribuita dalle norme vigenti, ha previsto l’adozione di uno specifico regolamento per la composizione, i compiti, l’organizzazione ed il funzionamento del Comitato Nazionale PNE (allegato n. 2).

Nel corso del 2018 l’impegno più consistente è stato certamente quello di assicurare il mantenimento del valore tecnico-scientifico del PNE nel trasferimento del complesso delle attività di calcolo degli indicatori PNE e della diffusione dei risultati. È stato, inoltre, avviato il percorso di revisione degli indicatori e di proposta di nuovi indicatori.

In questo ambito, l’anno in riferimento è stato inoltre contrassegnato da molteplici interventi sul piano organizzativo, tecnico e informatico diretti a rendere l’Agenzia autonoma nella produzione dei dati del PNE con l’avvenuto trasferimento dei programmi del PNE dal Dipartimento di Epidemiologia (ASL RM E) della Regione Lazio ad AGENAS, che da quest’ anno provvede al suo interno all’elaborazione dei dati, nonché alla riproduzione tecnico scientifica degli indicatori PNE.

A ciò si aggiunga l’ introduzione, con il Decreto Ministeriale n. 261 del 07/12/2016, della nuova Scheda di Dimissione Ospedaliera che ha notevolmente ampliato i propri campi informativi, comportando, da una parte, problemi di carattere interpretativo e operativo per i professionisti chiamati a compilare i nuovi campi ma consentendo, dall’altra, di valutare la costruzione di nuovi indicatori di esito e di rivedere i protocolli di calcolo per alcuni di quelli esistenti in direzione di una maggiore validità dei risultati prodotti.

Altre attività :

  • realizzazione dei Sistemi di Valutazione e Monitoraggio: attività connesse all’affiancamento di cui all’art.1, comma 579, L.28 Dicembre 2015, n.208, per l’attuazione dei Piani Aziendali di efficientamento e riqualificazione;
  • promozione di molteplici interventi legislativi finalizzati al rafforzamento del ruolo di AGENAS;
  • realizzazione dell’allegato al Piano Nazionale Anticorruzione, specificamente dedicato al Sistema sanitario, in collaborazione con ANAC, Ministero Salute e Regioni, successivamente reso operativo e pubblicato sulla G.U.;
  • realizzazione di numerose attività di comunicazione, a rafforzamento della reputazione dell’Agenzia, a livello Nazionale ed Europeo;
  • realizzazione ed avanzamento delle complessive attività relative al “Portale della Trasparenza dei Servizi per la salute”;
  • sperimentazione di un modello di “Bilancio” secondo le disposizioni contenute nel DM 1 Ottobre 2013 – MEF;
  • sistematizzazione di tutte le banche dati in uso presso l’Agenzia;
  • svolgimento concorsi pubblici per incremento dotazione organica e assunzione di 100 unità di personale di varia qualifica, in buona parte precario da decenni.
  • organizzazione e direzione di Corsi di formazione sulla misurazione delle performance aperti anche ai Carabinieri del NAS e alla Guardia di Finanza.

Per ogni approfondimento si riportano di seguito i link di riferimento alle complessive attività svolte ed ai relativi allegati

https://www.agenas.gov.it/images/agenas/In%20primo%20piano/sintesi_attivita/Sintesi_principali_attivita_di_agenas_2014_2019.pdf

https://www.agenas.gov.it/images/agenas/In%20primo%20piano/ALLEGATI/Allegati_alla_Sintesi_delle_principali_attivit%C3%A0_di_AGENAS_2014-2019.pdf

COMMISSARIO PREFETTIZIO RSSA “Villa Santa Maria di Pulsano”

  • Periodo: 21 novembre 2017- 15 giugno 2020;
  • Struttura: RSSA “Villa Santa Maria di Pulsano”;
  • Natura: privata accreditata;
  • Incarico ricoperto: Commissario prefettizio per la straordinaria e temporanea gestione della RSSA “Villa Santa Maria di Pulsano” raggiunta da informazione interdittiva antimafia;
  • Poteri, responsabilità, mansioni svolte: al Commissario vengono attribuiti tutti i poteri e le funzioni degli organi di amministrazione della società, limitatamente all’esecuzione delle prestazioni dedotte nell’accordo contrattuale di cui all’art.8 quinquies del d.lgs 502/92, tra la società interdetta e la ASL di Foggia per la gestione della RSSA

Premessa normativa e di contesto:

A seguito di interdittiva antimafia adottata nei confronti della società cooperativa “Sanitaria Service”, con decreto del 21.11.2017, il Prefetto di Foggia ha conferito allo scrivente la nomina di Commissario unico per la straordinaria e temporanea gestione nei confronti della medesima società, con contestuale sospensione dell’esercizio dei poteri di disposizione e gestione da parte dei titolari della società stessa.

Il suddetto commissariamento è stato disposto ai sensi dell’art. 32, co. 10, del D.L. n.90/2014 (conv. in L. n.114/2014), il quale stabilisce che il Prefetto disponga la gestione straordinaria e temporanea d’impresa quando, a seguito di interdittiva antimafia, sussiste “l’urgente necessità di assicurare il completamento dell’esecuzione del contratto…ovvero la sua prosecuzione al fine di garantire la continuità di funzioni e servizi indifferibili per la tutela dei diritti fondamentali, nonché per la salvaguardia dei livelli occupazionali o dell’integrità dei bilanci ”. Per quel che concerne i poteri del Commissario, il comma 1) del citato articolo attribuisce al medesimo compiti gestori “limitatamente alla completa esecuzione dell’accordo contrattuale”; il comma 2) precisa altresì che la misura prefettizia è adottata “in ragione delle esigenze funzionali al servizio oggetto dell’accordo contrattuale”, mentre il comma 3) stabilisce che “è sospeso l’esercizio dei poteri di disposizione e gestione dei titolari dell’impresa. Nel caso di impresa costituita in forma societaria, i poteri dell’assemblea sono sospesi per l’intera durata della misura”.

Con particolare riferimento al caso che riguarda lo scrivente, il Decreto del Prefetto di Foggia del 21.11.2017 dispone:

  • la straordinaria e temporanea gestione, nei confronti della società cooperativa sociale “Sanitaria Service”, con contestuale sospensione dell’esercizio dei poteri di disposizione e gestione dei titolari della società stessa;
  • la nomina dello scrivente a Commissario Unico per la temporanea e straordinaria gestione della RSSA “Santa Maria di Pulsano”;
  • l’attribuzione al Commissario unico di tutti i poteri e le funzioni degli organi di amministrazione della suddetta società, limitatamente all’esecuzione delle prestazioni di cui al contratto stipulato tra la RSSA “Santa Maria di Pulsano” e la ASL di Foggia;
  • la durata del mandato commissariale e, quindi della suddetta gestione straordinaria, sino all’individuazione, da parte della ASL, di ulteriori strutture per la sistemazione degli ospiti presso la RSSA.

MINISTERO DELLA SALUTE – DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA

  • Periodo: 06 dicembre 2010 – 04 agosto 2014;
  • Poteri, responsabilità, mansioni svolte: Al Direttore generale compete la responsabilità e la sovrintendenza delle seguenti attività:

– definizione della procedura per l’individuazione degli obiettivi del PSN (Piano sanitario nazionale) e l’allocazione alle Regioni della relativa quota finalizzata di risorse;

– definizione delle fasi degli accordi di programma con le Regioni per gli investimenti del programma straordinario di edilizia sanitaria;

– attività relative alla definizione e all’aggiornamento dei sistemi di classificazione e di remunerazione delle prestazioni sanitarie;

– programma concordato con le Regioni denominato “mattoni” del Servizio sanitario nazionale;

– analisi della mobilità sanitaria;

– attività di monitoraggio delle prestazioni ospedaliere ed extraospedaliere attraverso lo studio e la verifica delle SDO e degli indicatori di qualità ed efficienza;

– adempimenti connessi all’attuazione della normativa sul federalismo fiscale e del patto di stabilita;

– elaborazione dei criteri e requisiti per l’esercizio e l’accreditamento delle attività e funzioni sanitarie di particolare rilevanza e complessità, anche in collaborazione con le commissioni consultive nelle materie di riferimento istituite presso il Ministero;

– attività connesse all’attuazione di un programma nazionale per le liste di attesa;

– elaborazione, in collegamento con l’Agenzia per i servizi sanitari regionali e l’Istituto superiore di sanità, linee guida sui percorsi diagnostici e terapeutici e sui livelli uniformi e appropriati di assistenza;

– in accordo con la Direzione generale del sistema informativo, studio e attuazione del progetto tendente alla utilizzazione della carta di identità elettronica anche in funzione di tessera sanitaria;

– predisposizione, sviluppando anche adeguati strumenti in raccordo con la Direzione generale del sistema informativo, degli indirizzi applicativi in materia di disposizioni sulle malattie rare;

– definizione delle procedure di transazione con i soggetti danneggiati da emoderivati infetti;

– attività connesse con i Piani di rientro delle Regioni in situazione di disavanzo strutturale e carente erogazione dei servizi assistenziali previsti dai LEA, con la responsabilità della firma del parere istruttorio vincolante sugli atti assunti dalle Regioni (organi istituzionali competenti ovvero Commissari ad Acta) in attuazione dei Piani di rientro;

– coordinamento delle attività del Sistema di verifica dell’assistenza sanitaria (SiVEAS);

– monitoraggio dei fondi sanitari integrativi;

– promozione e verifica della qualità e sicurezza delle prestazioni;

– prevenzione e gestione del rischio clinico;

– monitoraggio, anche attraverso il Nucleo SAR e qualificazione della rete dell’offerta sanitaria.

Attività, obiettivi e risultati raggiunti:

  • Coordinamento dell’istruttoria dello schema di Piano Sanitario Nazionale 2011-2013, approvato dalla Conferenza Unificata e dal Consiglio dei Ministri;
  • definizione, proposta e monitoraggio dei piani di settore aventi rilievo nazionale;
  • applicazione del complesso procedimento metodologico, previsto dalla DPCM dell’11/12/2012 per l’individuazione delle Regioni benchmark, sulla base di quanto previsto dall’art. 27, comma 5, del D.lgs 68/2011, al fine di consentire l’avvio delle procedure per la definizione dei costi e dei fabbisogni standard del settore sanitario, ai fini della determinazione dei fabbisogni standard delle singole regioni;
  • elaborazione e verifica dei dati economici relativi all’attività del Servizio Sanitario Nazionale e aggiornamento dei modelli economici del nuovo sistema informativo sanitario;
  • avvio delle attività del nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria e degli indicatori per la verifica dell’erogazione dei LEA, in raccordo con la direzione generale dei sistemi informativi;
  • adempimenti in tema di disciplina comunitaria e di accordi internazionali in materia di assistenza sanitaria;
  • assolvimento delle funzioni statali in materia di assistenza sanitaria ai cittadini italiani all’estero, nonché in materia di assistenza transfrontaliera: istituzione del Contact point nazionale previsto dalla Direttiva europea 24 in materia di cure transfrontaliere;
  • programmazione tecnico-sanitaria di rilievo nazionale e indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle attività tecniche sanitarie regionali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze per i profili attinenti al concorso dello Stato al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, anche in relazione ai piani di rientro dai disavanzi sanitari regionali;
  • determinazione dei criteri generali per la classificazione e la remunerazione delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale;
  • interventi di valorizzazione dei centri di eccellenza sanitaria d’intesa con la direzione generale della ricerca;
  • avvio delle attività che hanno portato all’emanazione del Decreto 7 dicembre 2016, n. 261: Regolamento recante modifiche ed integrazioni del decreto 27 ottobre 2000, n. 380 e successive modificazioni, concernente la scheda di dimissione ospedaliera (decreto SDO);
  • programmazione e approvazione degli investimenti di edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico;
  • monitoraggio sull’ attuazione della Legge 38/2010 (cure palliative e terapia del dolore);
  • avvio delle attività per il nuovo piano nazionale di governo delle liste di attesa (PNGLA);
  • individuazione dei principi organizzativi per lo sviluppo della telemedicina in raccordo con la Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del SSN e la Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica;
  • definizione dei criteri e requisiti per l’esercizio, l’autorizzazione e l’accreditamento delle attività sanitarie;
  • interventi e vigilanza sulle modalità di gestione e di finanziamento dei sistemi di erogazione delle prestazioni sanitarie diverse da quelle erogate dal SSN;
  • promozione di nuovi modelli per l’erogazione delle cure primarie e per l’integrazione socio-sanitaria;
  • coordinamento dei lavori per la predisposizione del Patto per la salute 2014 – 2016, su designazione del Ministro della salute;
  • coordinamento dei lavori per la predisposizione dello Schema di Regolamento recante “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, in attuazione dell’articolo 1, comma 169 della legge 30.12.2004, n. 311″ e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135” (DM n. 70/2015) su designazione del Ministro della salute;
  • coordinamento del Gruppo di lavoro per il Ministero della salute, nell’ambito del Programma di revisione della spesa del Commissario Straordinario pro tempore, su designazione del Ministro della Salute;
  • organizzazione e direzione di Seminari di Alta Formazione attinenti alle materie trattate dalla Direzione aperte anche ai Carabinieri del NAS.

Si rappresenta di avere ottenuto ottimali valutazioni da parte degli Organi preposti, relativamente al raggiungimento periodico del livello di performance previsto per la Direzione Generale della Programmazione sanitaria dal relativo Piano annuale.

ISTITUTI FISIOTERAPICI OSPITALIERI – IFO

  • Periodo: 23 dicembre 2008 – 05 dicembre 2010;
  • Poteri, responsabilità, mansioni svolte: il Direttore Generale è il rappresentante legale dell’Ente ed è nominato dal Presidente della Regione. Ha la responsabilità della gestione complessiva e assicura la coerenza degli atti di gestione con gli indirizzi e con i programmi stabiliti dal Consiglio di Indirizzo e Verifica e previsti dalla programmazione nazionale e regionale in materia di ricerca e di assistenza sanitaria. Il Direttore Generale adotta tutti gli atti indicati dalla legislazione vigente e dal Regolamento di Organizzazione e Funzionamento dell’Istituto e riferisce periodicamente al Consiglio di Indirizzo e Verifica. Sono di esclusiva competenza del Direttore Generale le funzioni di alta amministrazione mentre sono delegabili ai vari livelli della dirigenza le funzioni di carattere gestionale di competenza settoriale.

Contesto di riferimento

Gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) sono il soggetto giuridico pubblico che sin dal 1939 gestisce l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) e l’Istituto Dermatologico San Gallicano (ISG), Istituti di Ricovero a Carattere Scientifico (IRCCS) ad indirizzo mono specialistico, oncologico e dermatologico, entrambi impegnati nell’assistenza, nella ricerca biomedica e nella formazione.

Fin dall’insediamento ho rivolto la mia attenzione al consolidamento di un modello organizzativo capace di supportare le caratteristiche di appropriatezza, di tempestività, di efficacia, di adeguatezza e di qualità dei servizi offerti ai cittadini, analizzando periodicamente i loro bisogni e le loro attese.

Per queste ragioni la mia attività è stata fin dall’inizio rivolta a ricercare una combinazione produttiva tra ognuno dei criteri anzidetti, gli obiettivi formalmente assegnati dalla Regione Lazio e dal Ministero della Salute, con i percorsi assistenziali e di umanizzazione delle cure. Questi ultimi sono stati considerati presupposto irrinunciabile del concetto di “buona qualità dell’assistenza”, realizzabile, a mio avviso, proprio attraverso la piena integrazione di tutti gli interventi diagnostici, delle terapie chirurgiche, mediche, radioterapiche e di medicina nucleare, con i bisogni dei malati oncologici e dei loro familiari. Questa la linea strategica riconducibile ai conseguenti interventi di umanizzazione delle cure progettati e realizzati presso gli I.F.O. Insieme ai vertici regionali, al CIV, ai CTS degli Istituti, abbiamo definito il grado di eccellenza degli Istituti, anche rispetto all’equilibrio tra le capacità di esprimere la ricerca traslazionale, l’assistenza e la prevenzione ad altissimo livello tecnico-specialistico e quella di farsi carico, in misura direttamente proporzionale, dei bisogni inespressi delle persone ospiti dei reparti clinici degli IFO.

La particolare attenzione rivolta al processo di umanizzazione delle cure svolte presso gli IFO è stata costruita adottando un modello organizzativo innovativo, capace, come specificherò meglio di seguito, di mettere al centro le esigenze del paziente, dei suoi familiari e conoscenti. Non a caso proposi al CIV ed al CTS degli Istituti uno slogan condiviso con tutto il personale degli IFO: “La Persona prima di tutto”, che, approvato all’unanimità, ancora oggi è riportato e visibile presso gli accessi ed altri luoghi dei due Istituti.

Questo modello integrato, avviato nel dicembre del 2008, che ha portato ad una serie di significative iniziative attraverso l’istituzione di una specifica area denominata “Area della Persona”, ha consentito agli IFO di ricevere il prestigioso Premio Nazionale “Ara Pacis 2010”, proprio per le attività di umanizzazione delle cure svolte a favore dei malati oncologici. Questo riconoscimento ha costituito motivo di soddisfazione non soltanto per la Regione, il Ministero e per l’Ente, ma anche per tutto il personale che ha partecipato alle attività anzidette, se solo si considera che, precedentemente, tale Premio è stato attribuito a figure ed organizzazioni di primissimo piano: da Sua Santità Giovanni Paolo II, alle Suore Missionarie di Madre Teresa di Calcutta, dalla Caritas, all’UNICEF ed alla Croce Rossa Internazionale.

Fin dal 2008 gli IFO rappresentavano una realtà indubbiamente complessa, con tre sedi ubicate in zone della città molto distanti tra loro e ciascuna con specificità assolutamente diverse (Istituto Regina Elena all’Eur, Istituto dermatologico San Gallicano all’Eur e in parte a Trastevere; Centro di Ricerca Sperimentale del Regina Elena ubicato nel quartiere di Pietralata) a ciò si aggiunga che una parte dei locali di proprietà dell’Ente nella sede di Trastevere, fu ceduta in affitto all’INMP ed alla Comunità di Sant’Egidio, entrambe a gestione autonoma senza alcun rapporto di dipendenza con gli IFO. All’epoca, gli Istituti erano privi del “Regolamento di Organizzazione e Funzionamento”, sospeso dalla Regione Lazio nelle more dell’approvazione del riordino della rete ospedaliera.

Attività, obiettivi e risultati raggiunti:

  • Iniziative per la copertura dei posti vacanti di Direttore di UOC e per la stabilizzazione del personale precario.

Da anni persisteva una grave carenza di Direttori di S.C. (circa il 35% del numero totale delle UOC), oltreché la presenza numerosa di personale precario, sia a livello di dirigenza che di comparto.

La Regione Lazio peraltro aveva indicato l’obiettivo di ridurre le Unità Operative Complesse degli IFO, in applicazione alle disposizioni contenute nel Piano di rientro, nonché di utilizzare nei tempi previsti i fondi messi a disposizione dal Ministero per l’incremento del patrimonio immobiliare dell’Ente e per l’ammodernamento delle apparecchiature diagnostiche.

Per quanto riguarda le iniziative per la copertura dei posti vacanti di Direttore di UOC e la soppressione di alcune S.C., abbiamo provveduto, d’intesa con il Consiglio di Indirizzo e Verifica, alla soppressione di 15 UOC, trasformandone una parte in Strutture semplici a valenza dipartimentale.

Abbiamo inoltre provveduto a ricoprire i posti di Direttore delle UOC di “Anestesia e rianimazione”, “Anatomia patologica” e “Chirurgia oncologica” e ad avviare le procedure per la copertura dei posti di Direttore delle UOC di “Radioterapia” “Neurochirurgia” e “Oncologia Medica -B”.

Per quanto riguarda le iniziative di stabilizzazione del personale precario abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con le organizzazioni OO.SS., che ha portato alla stabilizzazione di molte unità di personale del comparto e della dirigenza.

  • Formazione

Un’altra criticità osservata riguardava la formazione del personale con particolare riferimento a quello dell’area amministrativa. Per questa ragione ho predisposto una serie di interventi formativi, sia a favore del personale dirigente che di quello del comparto. Grazie ad un accordo di collaborazione con l’Istituto “Carlo Jemolo”, oltre 100 operatori sono stati coinvolti in un percorso di base formativo su diversi temi dell’attività amministrativa. Tale percorso, oltre a trattare in aula le tematiche affrontate, ha previsto anche l’effettuazione di prove pratiche per la redazione di atti amministrativi.

Rilevante è stata anche l’attività formativa per il personale sanitario di comparto, che ha visto lo svolgimento di otto corsi di formazione, dal rischio clinico in ambito ospedaliero al sistema di gestione della qualità e della sicurezza delle cure.

  • Contratto di “Global Service”:

All’epoca del mio insediamento l’Ente utilizzava un contratto di “Global Service” (avviato precedentemente al mio insediamento), particolarmente complesso, oneroso e di difficile gestione, con scadenza 2013. Esso traeva origine dagli accordi inizialmente intervenuti al momento dell’acquisto dell’attuale sede dell’Eur (anno 2000) da parte del Ministero della salute e della Regione Lazio, con canoni fissi per manutenzioni e servizi vari, i cui costi, peraltro, non trovavano pieno riconoscimento in quelli determinati dalla Regione per le voci “acquisto di servizi non sanitari” e “manutenzioni e riparazioni”, in sede di definizione del budget 2009.

A questo proposito fu avviata una incisiva attività di controllo, anche attraverso l’istituzione di un apposito “nucleo ispettivo”, dedicato proprio alla gestione del contratto di “Global service”. Tale attività di controllo ha portato a contestazione nei confronti dell’ATI per circa € 13,5 milioni. Sempre nell’ottica di ridurre i costi derivanti dal contratto, con atto stragiudiziale di significazione e diffida, nel novembre 2009, in forza del disposto dell’art. 14 del contratto sopra citato, ho provveduto a scorporare servizi per un totale di circa € 4 milioni, a partire dal primo gennaio 2010, in quanto oggetto di reiterate e gravi contestazioni a cura del “nucleo ispettivo” dedicato.

  • Patrimonio immobiliare e apparecchiature sanitarie.

Come accennato in premessa, tra gli obiettivi assegnati c’era anche quello di utilizzare i fondi già disponibili, ex art. 20 L. 67/88. In data 21 luglio 2009, grazie alle attività istruttorie svolte negli anni precedenti, sono stati acquisiti al patrimonio dell’Ente due immobili limitrofi e collegati al complesso ospedaliero. Si trattava di fabbricati composti di un’area di circa 10.000 mq che, avrebbero consentito agli IFO di potenziare i propri interventi a favore dei malati oncologici. Infatti avevo ricevuto l’approvazione di un progetto che prevedeva la realizzazione di un Hospice in uno dei due immobili acquisiti, rispetto al quale avevo già ottenuto dalla Regione un primo finanziamento di € 5 milioni. Sono state poi avviate le procedure, d’intesa con il Municipio XII e l’ENEL, per la realizzazione di un nuovo parcheggio di 600 posti auto, che prevedeva la copertura con pannelli fotovoltaici e conseguente utilizzo di energia elettrica a favore dell’Ente. Per la realizzazione di questo progetto avevo previsto la costituzione di un apposito Consorzio.

Grazie ad uno specifico intervento della Regione Lazio abbiamo avuto la possibilità di definire e finanziare il progetto di ristrutturazione dell’unica vasta area di circa 2000 mq, ancora a “rustico”, ubicata nella sede centrale dell’Eur. L’intervento, portato a termine nel corso del mio mandato, ha consentito la realizzazione di laboratori di ricerca all’avanguardia, dove è stato possibile trasferire quelli operanti nell’immobile di proprietà del Demanio a Pietralata e quindi di consegnare a quest’ultimo l’intero immobile. Il completamento di questa opera ha consentito sul versante clinico-scientifico, di potenziare le attività di ricerca traslazionale e su quello economico di evitare il pagamento degli oneri di utilizzo a favore del Demanio, oltre che ridurre i costi di gestione dell’immobile di Pietralata derivanti dal contratto di “Global service”, con un risparmio di circa € 1 milione.

Sempre sul piano immobiliare sono state realizzate importanti opere di ristrutturazione, tra le quali particolarmente significative:

– nuovi laboratori di analisi dell’Istituto Regina Elena;

– trasferimento dalla vecchia sede di Trastevere del laboratorio di fisiopatologia dell’Istituto San Gallicano;

– reparto di angiografia dell’Istituto Regina Elena;

– nuovi ambulatori chirurgici e laboratori di patologia clinica e microbiologia dell’Istituto San Gallicano;

– nuova mensa per il personale con circa 150 posti;

– realizzazione di una nuova camera mortuaria.

Per quanto riguarda l’alta tecnologia, sempre utilizzando i fondi ex art. 20 L 67/88, è stata realizzata la fornitura e messa in opera di una TAC da 128 strati ed avviate le procedure per l’acquisizione di due RMN, una da 1,5 tesla el’altra da 3 tesla; digitalizzazione delle immagini (RIS-PACS).

È stato inoltre acquisita la prima apparecchiatura di Chirurgia Robotica dell’IRE.

Da ultimo, è stato realizzato un reparto di degenza dotato di maggiori comfort alberghieri, utilizzato quale reparto “solventi” ed in parte anche per attività libero-professionali intramoenia in regime di ricovero.

  • Interventi sull’appropriatezza delle prestazioni assistenziali.

Conformemente alle direttive regionali ed agli obiettivi assegnati, furono attivati interventi di razionalizzazione sia dell’attività di ricovero che di quella ambulatoriale attraverso i seguenti, principali interventi:

– attivazione del modello di week hospital, per i reparti di degenza di oncologia medica e di chirurgia oncologica dell’Istituto San Gallicano (34 PL). Tale modalità organizzativa ha consentito un recupero di risorse in termini di personale infermieristico, una riduzione dei turni di guardia medica nei settori interessati, una maggiore appropriatezza, garantendo nel contempo ai pazienti un elevato standard assistenziale;

– potenziamento del day service (pacchetti ambulatoriali complessi – PAC) e accorpamenti di prestazioni ambulatoriali (APA);

– rimodulazione organizzativa dell’impiego e dell’utilizzo delle sale operatorie degli Istituti. Tale attività ha ridotto notevolmente il differenziale tra le ore disponibili e quelle effettivamente utilizzate, ottenendo a parità di risorse impiegate un incremento notevole della fruibilità del blocco operatorio, privilegiando l’attività chirurgica in elezione per quelle discipline che presentavano maggiori criticità nei tempi massimi di attesa.

– avvio di progetti, quali l’istituzione della “Melanoma unit”, della “Breast unit”, di una Bio Banca, della Banca dell’osso e della prosecuzione delle attività progettuali relative alla Protonterapia;

– avvio del progetto per la realizzazione di un Centro integrato per le cure palliative;

– la certificazione di qualità ottenuta dall’Istituto Regina Elena;

– attivazione del registro tumori degli Istituti;

– potenziamento dell’attività di assistenza domiciliare;

-avvio dell’attività di riabilitazione oncologica per il recupero funzionale indifferibile di pazienti oncologici.

  • Umanizzazione delle cure e rilancio dell’immagine degli IFO.

Di seguito le iniziative concrete che hanno contribuito a realizzare il modello organizzativo citato in premessa:

– il bus/navetta per i pazienti ed i loro familiari che consente il collegamento del complesso ospedaliero situato sul GRA alla fermata della metropolitana-stazione Eur;

– l’orario dei pasti alle ore 8,00, alle 13,00 ed alle19,30, con un intermezzo per il thè alle ore 17,00;

– la consegna giornaliera di un quotidiano al letto del paziente;

– la possibilità di scelta di un menù giornaliero;

– l’installazione di una TV per ogni posto letto, con possibilità di accesso oltre che alle reti RAI e Mediaset anche a Sky;

– la proiezione di un film due giorni a settimana in uno spazio appositamente allestito;

– eventi musicali e culturali;

– corsi di pittura, make-up e yoga;

– uno spazio biblioteca accessibile gratuitamente e che si aggiungeva ai già esistenti servizi di bar e ristorazione, giornalaio e sportello bancario;

– l’istituzione di un’apposita area di supporto ai pazienti e ai loro familiari, con il compito specifico di svolgere attività di accoglienza, di informazione e sostegno quotidiano.

  • Oltre a quanto sopra, è stato proposto e realizzato, previa approvazione del CIV e sentiti i CTS degli Istituti, un nuovo logo degli IFO, che identifica nel suo insieme la missione ed i valori dell’Ente, tuttora in uso. E’ stata realizzata altresì una insegna luminosa che ancora oggi rende visibile dal GRA la denominazione dell’Istituto Regina Elena e dell’Istituto San Gallicano, con annesso logo centrale.
  • Durante il mio mandato, si colloca la registrazione del marchio “Farmacia San Gallicano” presso l’ufficio “marchi e brevetti” del Ministero dello sviluppo economico, con lo scopo di realizzare un’area dell’ingresso principale degli IFO, destinandola alla pubblicizzazione ed all’acquisto di prodotti farmaceutici e cosmetologici identificati con il marchio di cui sopra e realizzati presso i laboratori ISG, in partnership con aziende private del settore.
  • Grazie ai fondi messi a disposizione dalla Banca Unicredit, fu realizzato un progetto per la implementazione di un nuovo sito web degli IFO, finalizzato a migliorare e facilitare l’accesso ai servizi da parte dei cittadini e, contemporaneamente, rendere ancora più trasparente l’attività amministrativa dell’Ente.
  • Grazie alla collaborazione dell’ANAS, ho provveduto alla realizzazione di una segnaletica stradale per facilitare il raggiungimento della sede degli IFO all’Eur, dal centro città, dagli aeroporti, dalle principali stazioni ferroviarie e dal GRA.
  • Adeguamento dei sistemi informativi.

Nel mese di febbraio 2009 è stata effettuata una ricognizione sullo stato dell’arte dei sistemi informativi dell’Ente. Tenuto conto della situazione rilevata, è stato definito un piano di intervento, di cui di seguito si riportano le azioni intraprese e portate a termine.

Per la rete dati e fonia:

– sostituite le tratte obsolete della rete, con duplicazione delle fibre ottiche

– definiti i requisiti dell’utilizzo del collegamento di tipo wi-fi, in sicurezza; attivati importanti backup per il centro stella ed il firewall;

– messe a norma gli armadi di rete;

– acquisiti switch rete per ammodernamento e sostituzione;

– definite e avviate le attività di messa in sicurezza della telefonia.

Per i locali CED:

– adeguato l’impianto elettrico ed i relativi gruppi di continuità;

– definiti i requisiti tecnici per l’adeguamento dei locali (condizionamento, illuminazione, allarmi, fumi e spegnimento, antincendio, rilevazione temperatura ed umidità), relative infrastrutture con adeguamento server.

Per i server e le postazioni di lavoro:

– acquisiti circa 100 computer e circa 200 stampanti, grazie ai fondi erogati dall’Istituto tesoriere (Unicredit-Banca di Roma).

– predisposto un test per misurare periodicamente, a campione, la sicurezza del server;

– avviato un sistema di gestione tecnica dei server e delle postazioni di lavoro;

– installato un software specifico per la segregazione dei dati sensibili.

Sono stati definiti ed implementati:

– una nuova struttura dei centri di costo, in linea con le indicazioni regionali per la contabilità analitica;

– le modalità di rilevazione dei progetti di ricerca e della rendicontazione dei costi ad essi relativi.

FONDAZIONE ISTITUTO MEDITERRANEO DI EMATOLOGIA – IME

  • Periodo: 17 settembre 2007 – 22 dicembre 2008.
  • Poteri, responsabilità, mansioni svolte: Il Direttore generale amministra la Fondazione in esecuzione delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione. E’ responsabile del raggiungimento degli obiettivi programmati e della realizzazione dei programmi e progetti attuativi e del loro risultato; è responsabile altresì della gestione ordinaria della Fondazione, incluse le determinazioni organizzative e di gestione del personale, dal punto di vista della direzione, coordinamento, controllo e istruttoria dei provvedimenti disciplinari.

Contesto di riferimento

La Fondazione IME è nata su iniziativa del Ministero della salute, del Ministero degli esteri, del Ministero dell’Economia e della Regione Lazio. Operava per realizzare una rete sanitaria internazionale a favore di Paesi dove le malattie ematologiche rappresentano un diffuso problema sanitario e sociale, portando avanti un progetto internazionale di cura, formazione, ricerca e trasferimento di know how nel campo delle malattie ematologiche e della talassemia in particolare. Per i contenuti ed il modello originario proposto, il progetto internazionale IME si presentava non soltanto come un’iniziativa di cooperazione allo sviluppo in ambito solidaristico e sanitario, ma come importante strumento di politica estera del “Sistema Italia”, come motore per la crescita e la qualificazione di strutture sanitarie straniere, in Paesi gravemente afflitti da malattie ematologiche emergenti, anemia falciforme e talassemia. Obiettivo dello Statuto della Fondazione IME era la costituzione di una Fondazione IRCCS, ai sensi del D.lgs 288/03. La sede operativa dell’IME era collocata nell’ambito di una delle torri del Policlinico Universitario di Tor Vergata a Roma. Il personale operava attraverso due rami operativi: il laboratorio ed il reparto di degenza. Il reparto di degenza ospitava le persone sottoposte a trapianti di midollo osseo per la cura della talassemia e dell’anemia falciforme.

Obiettivi e risultati raggiunti:

Nel periodo di riferimento, su mandato del CdA, ho riorganizzato tutte le funzioni amministrative e gestionali della Fondazione.

Altro obiettivo assegnato dal CdA, peraltro previsto dallo Statuto, è stato la predisposizione della domanda per il riconoscimento della Fondazione quale IRCCS. La domanda e la relativa documentazione, predisposta ai sensi di legge, è stata inoltrata presso la Presidenza della Regione Lazio, nei tempi richiesti; essa contemplava anche che la Fondazione IME divenisse un Dipartimento del Policlinico di Tor Vergata ed in quanto tale IRCCS a vocazione mono specialistica.

AZIENDA OSPEDALIERA DI RILIEVO NAZIONALE E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE COMPLESSO OSPEDALIERO “SAN GIOVANNI ADDOLORATA”

  • Periodo: 17 novembre 2003 – 16 agosto 2005.
  • Poteri, responsabilità, mansioni svolte: Il Direttore Generale amministra l’Azienda ospedaliera, tra le maggiori AO nazionali, ed ha la responsabilità della direzione strategica e delle articolazioni tecniche ed amministrative dell’Azienda Ospedaliera, all’epoca organizzata in 11 dipartimenti sanitari e in 69 strutture complesse.

Contesto di riferimento

Il Complesso Ospedaliero di rilievo nazionale e di alta specializzazione “San Giovanni Addolorata”, che comprende un Ospedale storico fondato nel 1338, costituisce una moderna Azienda Ospedaliera, dotata di DEA di II Livello, Centro di riferimento per la Cardiologia, il Trattamento dello Stroke, la Terapia Intensiva Neonatale, la Banca Regionale degli Occhi. Operano al suo interno diverse Unità Operative multidisciplinari con caratteristiche di Alta Specializzazione.

L’Azienda Ospedaliera “San Giovanni Addolorata” – comprende i seguenti presidi:

✓ presidio ospedaliero “S. Giovanni”: attività clinica per patologie acute comprensiva dell’attività di emergenza ed urgenza e dell’attività intensiva e sub intensiva, in regime di ricovero ordinario e diurno;

✓ presidio ospedaliero “Addolorata”: attività clinica ed attività riabilitativa e/o post-acuzie, in regime di ricovero ordinario e diurno e attività di specialistica ambulatoriale;

✓ presidio ospedaliero “Britannico”: attività clinica in regime di ricovero ordinario e diurno ed attività di specialistica ambulatoriale ivi compresa la Banca degli Occhi;

✓ presidio sanitario “Santa Maria”: attività di specialistica ambulatoriale, dialisi ed attività di ricovero a ciclo diurno.

Obiettivi e risultati raggiunti:

  • Predisposizione e adozione dell’Atto aziendale, approvato dalla Regione Lazio;
  • realizzazione di accordi di collaborazione interaziendali con altre realtà sanitarie regionali, IRCCS, università e MMG;
  • ristrutturazione organizzativa dell’area amministrativa e di supporto alla Direzione generale;
  • ottimizzazione delle procedure di gestione degli approvvigionamenti e della distribuzione dei beni di consumo alle unità operative aziendali;
  • valorizzazione del patrimonio immobiliare a disposizione dell’Azienda ospedaliera, con particolare riferimento alla conclusione dei conflitti giudiziari che da anni non consentivano di portare a termine i lavori di uno dei padiglioni più importanti dell’Ospedale San Giovanni, il cosiddetto corpo “C”, completamente restituito all’operatività ed inaugurato nel corso del mio mandato;
  • grazie ad una intensa collaborazione portata avanti dallo scrivente con i vertici del Ministero della Difesa, è stato possibile realizzare una porta di accesso diretta tra l’Ospedale San Giovanni e il presidio dell’Addolorata grazie ad un corridoio di passaggio nell’area limitrofa alle due strutture, di proprietà del Ministero della Difesa. Il varco ha consentito di accorciare i tempi di percorrenza tra i due presidi ospedalieri e ridurre l’utilizzo di automezzi appositamente dedicati al trasferimento dei pazienti tra un presidio e l’altro, con notevole riduzione di risorse economiche e di personale dedicato;
  • riprogettazione dei processi direzionali e redazione di un regolamento di programmazione e controllo; messa a punto di supporti informativi per il conferimento del massimo livello di automazione ed attendibilità dei flussi informativi elaborati dall’Azienda Ospedaliera;
  • razionalizzazione delle politiche retributive, revisione dei fondi del personale dipendente e delle procedure di autorizzazione, rilevazione e controllo degli straordinari; applicazione dei contenuti e delle disposizioni contenuti nell’atto aziendale approvato dalla Regione Lazio.

AZIENDA OSPEDALIERA “SANT’ANDREA” – OSPEDALE DI RILIEVO NAZIONALE DI ALTA SPECIALIZZAZIONE INTEGRATA CON L’ UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” – SEDE DELLA II FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA

  • Periodo: 18 febbraio 2003 – 16 novembre 2003
  • Poteri, responsabilità e mansioni svolte: quelle previste per la qualifica di Direttore Sanitario dalle norme di riferimento nazionali e regionali;

Obiettivi e risultati raggiunti:

Il protocollo d’intesa Regione Lazio – Università “La Sapienza” del 2 agosto 2002, prevedeva l’assegnazione all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di 450 PL complessivi, nell’ambito del processo di decentramento del Policlinico Umberto I. Dalla mia data di insediamento in qualità di direttore sanitario aziendale, il I febbraio 2003, ho provveduto a pianificare la riorganizzazione dei dipartimenti Clinici e l’attivazione dei 450 PL previsti, da realizzare entro i tempi previsti dalla deliberazione n. 611 del 31 ottobre 2002. L’attivazione di tali PL ha comportato la riorganizzazione dell’intero circuito assistenziale, dalle fasi di accettazione alla continuità dell’assistenza: in tal senso, parallelamente, sono state impartite numerose disposizioni interne anche rivolte alla rivisitazione della dotazione organica del personale sanitario ed amministrativo. In qualità di direttore sanitario ho pianificato l’acquisizione delle tecnologie e la configurazione dei settori clinici, dei servizi diagnostici e delle attività chirurgiche, fornendo specifiche relazioni tecniche, utilizzate per la realizzazione dei seguenti progetti:

  • completamento camere operatorie;
  • sistema automatizzato per lo stoccaggio, la conservazione, la distribuzione e la gestione dei farmaci;
  • programmazione e acquisizione delle apparecchiature biomedicali e delle attrezzature necessarie per l’avvio delle attività delle terapie intensive;
  • programmazione e acquisizione di attrezzature, apparecchiature biomedicali, arredi e lavori per la piena funzionalità dei settori di cardiochirurgia, unità di terapia intensiva post-operatoria cardiochirurgica, terapia intensiva neurochirurgica, stroke unit e unità terapia intensiva cardiologica;
  • programmazione e acquisizione apparecchiatura “acceleratore lineare mobile” per radioterapia intraoperatoria;
  • programmazione e allestimento di una camera operatoria neurochirurgica completa di RMN intraoperatoria e sistema di Neuronavigazione;
  • programmazione ed acquisizione di attrezzature, arredi e apparecchiature per l’avvio del Day surgery e camere operatorie specialistiche;
  • programmazione ed acquisizione apparecchiatura per l’avvio del trattamento dell’iperplasia prostatica benigna;
  • programmazione ed acquisizione di molteplici apparecchiature per i laboratori dell’azienda ospedaliera;
  • programmazione ed acquisizione di attrezzature, arredi e apparecchiature per il settore di Anatomia Patologica; programmazione ed acquisizione di apparecchiatura multidisciplinare per l’avvio della litotripsia extracorporea per il trattamento delle patologie muscolo scheletriche e per il trattamento non invasivo delle calcolosi;
  • programmazione ed acquisizione di attrezzature, arredi e apparecchiature per l’attivazione del DH oncoematologico, l’avvio dei servizi di senologia (breast unit) e di terapia radiante.

Tutti i progetti da me elaborati sono stati approvati da Nucleo di Valutazione Regionale ed hanno ottenuti i relativi finanziamenti.

Si rappresenta che in nove mesi, l’A.O. è stata resa operativa, dotata anche di parcheggi limitrofi e di un accesso direttamente sul G.R.A.

OSPEDALE CLASSIFICATO “REGINA APOSTOLORUM”

  • Periodo: 02 giugno 1994 – 05 settembre 2006
  • Struttura: Ospedale classificato “Regina Apostolorum” –Albano Laziale (RM)
  • Incarico ricoperto: Direttore sanitario
  • Poteri, responsabilità, mansioni svolte: Progettazione, organizzazione e gestione dei servizi ospedalieri. Progettazione, implementazione ed avvio del nuovo modello organizzativo dell’Ospedale, costituito da quattro dipartimenti clinici. Gestione e potenziamento e sviluppo delle risorse umane mediante progetti di miglioramento e specifici programmi di formazione. Realizzazione del Piano di Qualità conforme alle norme UNI EN ISO 9001. Implementazione del piano dei centri di costi, introduzione della contabilità analitica e del controllo di gestione. Attivazione nuovi servizi.

Contesto di riferimento:

L’Ospedale “Regina Apostolorum” è dipendente dall’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo ed è stato Classificato con decreto del Medico Provinciale del 30 Marzo 1972. L’attività assistenziale praticata si inserisce nell’ambito del Servizio pubblico ospedaliero e del S.S.N. Le prestazioni di assistenza sanitaria sono equivalenti a quelle erogate dalle Strutture Sanitarie Pubbliche. L’Ospedale è dotato di 250 posti letto distribuiti tra le varie specialità mediche e chirurgiche. In un anno la struttura nel suo complesso sviluppa circa 10.000 ricoveri; 600.000 prestazioni ambulatoriali e 25.000 prestazioni di primo soccorso.

Tale capacità produttiva risulta essere il risultato di un complesso progetto di riorganizzazione delle Divisioni e dei Servizi Ospedalieri in Unità Operative Dipartimentali, fortemente voluto dal Consiglio di Amministrazione, progettato dallo scrivente durante il primo semestre di attività ed approvato dal Consiglio a Novembre 1994, ricevendone l’incarico di dirigere e coordinare tutte le fasi di riorganizzazione in esso previste, assumendone la piena responsabilità e riferendo periodicamente al Consiglio di Amministrazione circa lo stato di avanzamento del progetto.

Il progetto di pianificazione proposto al Consiglio di Amministrazione prevedeva i seguenti obiettivi, da raggiungere entro il quinquennio successivo:

  • Miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza delle complessive attività ospedaliere.
  • Impostazione di un progetto di formazione orientato alla gestione manageriale delle risorse, con l’obiettivo finale di adeguare gradualmente la prevalente cultura tecnico-specialistica delle professionalità mediche al cambiamento imposto dalla Legislazione.
  • Riorganizzazione dei Servizi e delle Divisioni ospedaliere in aree funzionali, adottando un’articolazione organizzativa basata su un modello Dipartimentale.
  • Revisione dei flussi informativi ospedalieri.
  • Predisposizione della contabilità analitica per centri di costo e del sistema di budget.

Obiettivi e risultati raggiunti:

I risultati operativi, ottenuti dalla realizzazione del piano strategico nel corso dei cinque anni, possono essere sintetizzati come di seguito illustrato.

Sviluppo delle risorse umane in termini di cultura, competenze organizzative, gestionali e tecnico-professionali, attraverso un articolato programma di formazione. Tale miglioramento ha consentito di annullare la tendenza da parte dei medici di associare al principio dell’autonomia clinica, quello di una spiccata autonomia organizzativa, che aveva determinato posizioni di potere decisionale, sia in termini clinici che gestionali.

Riorganizzazione delle Divisioni e Servizi Ospedalieri in Unità Operative Dipartimentali, aggregate in quattro Dipartimenti clinici: Dipartimento di Scienze Mediche, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Dipartimento MedicoChirurgico delle Malattie Endocrino Metaboliche e Digestive, Dipartimento di Diagnostica.

La realizzazione dell’intero programma previsto dal progetto di pianificazione ha richiesto, nelle diverse e successive fasi di avanzamento, il confronto con le Rappresentanze Sindacali Mediche, con la R.S.U., con i Comitati interdipartimentali e con il Consiglio dei Sanitari. Ogni trattativa che ha riguardato il piano strategico è stata direttamente gestita dallo scrivente con risultati positivi.

L’intero piano strategico relativo all’assetto organizzativo dei Dipartimenti Clinici è stato approvato dalla Giunta Regionale del Lazio con deliberazione n. 586 del 10 Maggio 2002. Durante il quinquennio di attività ho personalmente elaborato e reso operativi numerosi manuali e regolamenti interni.

Ha progettato le tecniche di controllo di gestione la cui implementazione ha seguito di pari passo le fasi di attuazione del progetto di pianificazione. Durante la fase di dipartimentalizzazione dei settori clinici si è passati dalla gestione della spesa alla gestione dei costi, mediante l’introduzione della contabilità analitica per centri di costo. Lo scrivente ha proposto e personalmente guidato il Progetto di Qualità Aziendale, l’istituzione dei Gruppi di Miglioramento della Qualità e la nomina dei Responsabili del Sistema di Assicurazione di Qualità e la realizzazione di uno specifico corso di formazione; quest’ultimo con l’obiettivo di porre il Gruppo di Miglioramento della Qualità in condizioni di poter affrontare l’implementazione di un Sistema di Garanzia della Qualità Aziendale conforme alla norma UNI EN ISO 9001, nella prospettiva di una successiva certificazione. Ho personalmente curato la realizzazione della Carta dei Servizi dell’Ospedale ed implementato la Customer Satisfaction, sia presso le Unità di degenza che presso i Servizi ambulatoriali.

Ha proposto e reso operativo il Comitato Etico dell’Ospedale, rispondente nelle sue attività e nella sua composizione a tutti i requisiti di legge. Ha proposto e coordinato l’implementazione del Centro Unico di Prenotazioni (C.U.P.).

 

Roma,  Dicembre 2023